Osservatorio Agri&Food di CremonaFiere – Notiziario del 15 Ottobre 2013

>> BOVINI: La fine delle quote latte e il futuro degli allevatori.
Agli Stati Generali del Latte, CremonaFiere 26 ottobre, un’indagine Ismea-CremonaFiere
>> SUINI: I suinicoltori si riuniscono in assemblea per fronteggiare la “macellazione” delle proprie aziende
>> POLLI: Utilizzo degli antimicrobici e benessere animale al centro del primo International Poultry Forum
>> AMBIENTE: Sono 361 gli impianti di biogas in Lombardia.
A Cremona il primato con 137 realtà
>> CRISI ECONOMICA E CONSUMI ALIMENTARI:
Profondo rosso nei primi 8 mesi dell’anno

 

BOVINI

La fine delle quote latte e il futuro degli allevatori.
Agli Stati Generali del Latte, CremonaFiere 26 ottobre, un’indagine Ismea-CremonaFiere

Alla prossima edizione degli Stati Generali del Latte, in programma il prossimo 26 ottobre durante la Fiera Internazionale del Bovino da Latte (CremonaFiere 24-27 ottobre 2013), verranno presentati i risultati di un’indagine condotta da Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) in collaborazione con CremonaFiere sull’orientamento degli allevatori di stalle di vacche da latte in previsione della fine del regime delle quote prevista per il 31 marzo 2015.

L’indagine ha coinvolto 240 aziende distribuite sull’intero territorio nazionale: il 59% nel NordOvest del Paese, il 29% nel NordEst e il 12% nel CentroSud. Nello specifico, il 54% di questi allevamenti produce latte da destinare alla trasformazione in formaggi dop, il 22% per altri formaggi e il rimanente 24% per latte alimentare.

All’appuntamento parteciperà, tra gli altri, il presidente della Commissione Agricoltura al Parlamento Europeo, Paolo De Castro.

SUINI

I suinicoltori si riuniscono in assemblea per fronteggiare la “macellazione” delle proprie aziende

“La suinicoltura italiana non vuol farsi macellare”. E’ questo il titolo che farà da sfondo all’assemblea straordinaria indetta dai suinicoltori italiani e che si svolgerà alle ore 12 (dopo la riunione della Cun, Commissione unica nazionale, che per l’occasione si terrà a Cremona anziché a Mantova) del 24 ottobre 2013 in occasione della 17ma edizione di Italpig, Rassegna Suinicola di Cremona (CremonaFiere 24-27 ottobre 2013).

Nel breve volgere di quattro settimane, 12 settembre-10 ottobre 2013, le quotazioni sono crollate passando da 1,815euro/kg a 1,475euro/kg riportando i prezzi a valori inferiori i costi di produzione. Nel frattempo, il 3 ottobre, è partita la sperimentazione per il pagamento a peso morto delle carcasse e ha fatto il suo ingresso nel settore della macellazione il Gruppo Pini, che rilevando i macelli Ghinzelli e Bertana ha dato immediatamente il via al pagamento a peso morto scatenando le preoccupazioni degli allevatori.

Molti gli argomenti al centro del dibattito quindi, dove si parlerà anche di export, etichettatura, rappresentanza.

POLLI

Utilizzo degli antimicrobici e benessere animale al centro del primo International Poultry Forum

Nel 2012 l’Italia ha prodotto qualcosa come 12 miliardi di uova, pari a un fatturato di 5.750 milioni di euro. I numeri legati al comparto delle galline ovaiole sono importanti e sottolineano il valore di una produzione fiore all’occhiello dell’agroalimentare italiano. CremonaFiere, quest’anno, ospiterà la prima edizione dell’International Poultry Forum (24 ottobre 2013).

Due i temi al centro della giornata: l’utilizzo degli antimicrobici e il benessere delle ovaiole in allevamento. Relativamente a questa seconda sessione, il tema sarà analizzato considerando diversi aspetti: selezione genetica, implicazione economiche, welfare e nutrizione e verranno affrontati da alcuni tra i più illustri esperti in materia a livello internazionale.

La normativa sul benessere delle ovaiole ha sollevato tra gli operatori non poche perplessità, a partire dall’incremento del costo di produzione che, è stato calcolato, registra un aumento variabile dal 10 al 20% rispetto all’allevamento in gabbia, ad esso si associa l’esigenza di selezionare ceppi con caratteristiche biologiche diverse da prima.

AMBIENTE

Sono 361 gli impianti di biogas in Lombardia. A Cremona il primato con 137 realtà

E’ Cremona la provincia lombarda dove si conta il più elevato numero di impianti di biogas: 137. Seguono Brescia, 68; Lodi, 49; Pavia, 47; Mantova, 41; Bergamo, 11; Milano, 8, per un numero totale di 361 impianti, pari a 282MW di potenza. I numeri sono stati presentati e illustrati a un recente convegno sul biogas in Lombardia organizzato dal Gruppo Ricicla dell’Università di Milano.

Numeri e impatto sono stati gli elementi su cui si è concentrato l’incontro e se al termine è stato sottolineato quanto la politica agricola regionale potrà avvalersi in futuro ancor più del biogas se lo utilizzerà come fattore di sviluppo per un’agricoltura integrata, multifunzionale e sostenibile, altrettanto interessanti sono state le risposte al questionario inviato alle aziende in cui si chiedevano i motivi che hanno spinto il titolare a investire nel biogas.

In ordine di importanza le risposte sono state: migliorare e/o differenziare il reddito aziendale; facilitare il recepimento della Direttiva nitrati; sopperire al mancato reddito delle produzioni agricole; procedere con un investimento sicuro; rendere più sostenibile da un punto di vista ambientale l’attività dell’azienda.

CRISI ECONOMICA E CONSUMI ALIMENTARI

Profondo rosso nei primi 8 mesi dell’anno

La crisi continua a mordere e i consumi alimentari proseguono la loro contrazione. Lo evidenzia un rapporto Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) in cui i segni negativi, da inizio anno a tutto il mese di agosto scorso, non hanno conosciuto soluzione di continuità.

Rispetto ai primi otto mesi del 2012 il calo complessivo, in quantità, è stato dell’1,8% mentre un -3,7% ha riguardato il valore. Unici segnali positivi i consumi di uova (+1,7%) e di formaggi (+0,9%). Sono invece crollati gli acquisti di carni fresche: -2,4% in termini di volumi e -1,4% in termini di spesa con la carne bovina che incassa un ben peggiore -4% sia in volumi che valore. Beneficiano di questo negativo andamento le produzioni avicole e suine, come le uova.

In riduzione anche gli acquisti di prodotti lattiero-caseari nel loro insieme con un -2,2% in volume e -3,8% in valore, sui quali secondo il rapporto Ismea pesa la significativa flessione del latte fresco che cede il 4% dei quantitativi acquistati e il 7,5% degli incassi.