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AGROALIMENTARE
Un editoriale sul Corriere della Sera mette in luce le qualità dell’agricoltura italiana
Finalmente anche la stampa generalista, e in questo caso parliamo del Corriere della Sera, parla di agricoltura non per evidenziare eventuali emergenze sanitarie, ma per sottolinearne gli aspetti più qualificanti. Nell’edizione di domenica 17 novembre, a pag. 33, Danilo Taino ha firmato un editoriale molto interessante in cui ha analizzato i dati emersi da una recente ricerca condotta su 750mila aziende agricole italiane dall’Osservatorio Innovazione Impresa Agricola. Ad un certo punto Taino scrive: “se ne parla poco, ma l’agricoltura italiana è moderna nelle tecniche e nell’approccio ambientale”. E ancora: “Difficile sostenere che l’agricoltura italiana sia un settore arretrato e non interessato ai metodi meno invasivi di coltura e di protezione dei raccolti. La scienza e la ricerca non sono affatto estranee al settore: il 55% degli agricoltori è perito agrario o diplomato, il 20% laureato”.
SUINI
Una opportunità chiamata suino intermedio. Ma non tutti gli allevatori lo possono produrre
“Produrre un suino intermedio, 125-135 kg da destinare al consumo di carne fresca ma anche alla trasformazione, non è un mestiere per tutti i suinicoltori italiani”. Così Moritz Pignatti, direttore della cooperativa di macellazione Italcarni di Carpi che da alcuni anni ha dedicato una linea di macellazione a questa tipologia di maiale: circa 1500 soggetti macellati la settimana pari al 10% del totale. Secondo gli studi condotti, un suino intermedio di origine italiana è qualitativamente migliore di uno estero. E’ più tenero, più magro, più facile da disossare, ha una resa maggiore e, a differenza del suino pesante, ha un costo di produzione nettamente inferiore: circa 1,46euro/kg. Non solo. Un’indagine condotta tra un campione di consumatori ha evidenziato che il 51% degli intervistati sarebbe interessato a consumare un prodotto italiano e ben il 57% vede nell’italianità l’elemento che definisce il concetto di qualità.
AVICOLO
Uova, nell’ultimo quadrimestre dell’anno le quotazioni hanno spiccato il volo
Continua nel suo trend positivo il mercato delle uova. Le ultime quotazioni alla Borsa di Forlì fissano il prezzo a 1,34euro/kg, a fronte di un costo di produzione di circa 1,10euro/kg. “Il periodo che precede le festività natalizie manifesta da sempre una buona tenuta dei prezzi – afferma Gianluca Bagnara, economista – Quest’anno poi il calo delle quotazioni delle materie prime hanno in qualche modo accentuato questa tendenza. Attualmente la marginalità dei produttori viaggia su valori soddisfacenti, ricordiamoci però che a inizio anno l’andamento era di tutt’altro tenore. Ciononostante, proprio grazie ai valori registrati da fine agosto a oggi, ritengo sarà possibile compensare i prezzi non certo positivi registrati soprattutto nei primi due quadrimestri dell’anno”.
BOVINI
Allevatori e personale dipendente, indagine del Sata sul livello di soddisfazione
“Dopo tanti anni di attività sul campo ho creduto fosse arrivato il momento di valutare il coinvolgimento del personale nel lavoro in allevamento e da lì elaborare una serie di considerazioni sull’importanza della motivazione che ogni lavoratore deve avere per svolgere al meglio la propria attività”. Michele Campiotti, specialista del settore aziendale ed economia del Sata (Servizio di assistenza tecnica agli allevamenti della Lombardia), motiva così l’indagine condotta su 174 allevamenti in tutte le province della regione. Un terzo dei titolari intervistati ha meno di 40 anni e in media per ogni azienda coinvolta si contavano 200 vacche, pari a una produzione media di latte di 86q/vacca/anno. Elevata la percentuale di personale dipendente straniero, con gli indiani addirittura al 40%. Per il 91% dei titolari intervistati il personale dipendente rappresenta un’opportunità, l’85% si è dichiarato soddisfatto dell’impegno dimostrato.