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LATTE
Tenuta dei consumi interni ed espansione all’estero.
Il Parmigiano Reggiano pronto alla sfida internazionale
Quanto, come, per chi. Sono questi i capisaldi su cui si concentrerà la produzione del Parmigiano Reggiano nel 2014. Lo rende noto in un comunicato il Consorzio di tutela, che sottolinea come l’adozione dei piani produttivi rappresenti uno snodo fondamentale per la tenuta e l’espansione soprattutto all’estero del Re dei formaggi italiano. Per l’anno da poco iniziato è prevista una produzione di 3.250.000 forme e una serie di investimenti che ammontano a quasi 13 milioni di euro. “Nei prossimi mesi – ha dichiarato il presidente del Consorzio, Giuseppe Alai – valuteremo nuove modifiche al disciplinare di produzione con l’esclusivo obiettivo di tutelare e innalzare gli elementi di distintività del prodotto, quelli che oggi consentono al Parmigiano Reggiano di viaggiare con incrementi superiori al 3% sulle esportazioni e di tenere molto bene sui consumi interni, che hanno incassato una leggera flessione, comunque inferiore al calo medio del 2,6% registrato negli ultimi mesi dai formaggi duri”. Grande attenzione quindi sull’export. “Le quotazioni – ha sottolineato Alai – sono in ripresa. Dopo il minimo registrato nel luglio scorso con 8,53euro/kg, al 30 novembre si sono portate a 9euro/kg”.
SUINI
Redditività in crescita sul finire dell’anno.
Ma il prosciutto crudo Dop rende meno di quello generico
Allevatori, macellatori e trasformatori hanno chiuso il 2013 con il segno positivo. Gli indici di redditività rilevati da Crefis (Centro ricerche economiche sulle filiere suinicole) infatti, evidenziano che a dicembre il settore primario, rispetto al mese precedente, ha incassato un +2,7% e addirittura un +17% rispetto allo stesso periodo del 2012. I suini pesanti, quelli destinato al circuito della Dop, hanno quotato 1,54euro/kg, l’1,3% in più incassato a novembre e il 2,8% in più rispetto a un anno prima. Relativamente al settore della macellazione, le quotazioni delle cosce fresche sia destinate alla Dop che ai prosciutti generici hanno registrato una flessione rispetto a novembre: rispettivamente -2,2% e -1,5%. Bene invece l’andamento dei lombi che ha permesso ai macelli di registrare una redditività positiva: l’indice Crefis ha infatti registrato un +1,6% rispetto a novembre e un +3,3% su dicembre 2012. Modesto l’incremento della redditività dei prosciutti Dop nella fase di stagionatura, +3,7% le cosce leggere e +4,9% quelle pesanti. “Finalmente un segnale positivo anche se ancora tutto da confermare – ha commentato Gabriele Canali direttore del Crefis – I motivi di preoccupazione restano in tutta la loro gravità perché ancora oggi rende molto di più stagionare prosciutti generici che non Dop”. Per Canali è quindi necessario trovare al più presto un via d’uscita se si vuole ritrovare la redditività perduta.
AGROALIMENTARE
Un settore su cui puntare per la crescita economica.
Paolo De Castro plaude al Job Act di Matteo Renzi
“Aver inserito l’agricoltura tra i primi settori su cui puntare per creare nuovi posti di lavoro è una scelta vincente. Puntare sull’agricoltura come motore di crescita e sviluppo economico e sociale è, senza ombra di dubbio, una scelta che testimonia una lettura attenta dei dati attuali”.
Così Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura al Parlamento europeo, riguardo la bozza del Job Act presentata nei giorni scorsi dal segretario del Pd, Matteo Renzi. “Nonostante la crisi – ha sottolineato De Castro – l’agroalimentare è un settore checontinua a crescere in fatturato, export e occupazione, conquistando sempre più l’interesse dei giovani, sia nello studio che nell’attività imprenditoriale. Un settore dalle straordinarie potenzialità di sviluppo come dimostrano sia la crescita delle esportazioni del made in Italy nel mondo – 33 miliardi di euro di fatturato nel 2013 – sia le opportunità che è in grado di creare relazionandosi con altri comparti del nostro sistema economico quali il turismo e la cultura”.
AMBIENTE
Nitrati, il problema non è addebitabile al solo mondo agricolo
Il problema dei nitrati non è ascrivibile solo al mondo agricolo. Ciononostante tocca a quest’ultimo impegnarsi per migliorare le sue attuali condizioni. Questo è emerso dal recente incontro che si è svolto negli uffici della Provincia di Cremona alla presenza di esponenti della Regione Lombardia, del Gruppo Equizoo, dell’Ersaf e della Fabbrica della Bioenergia. Un pool di esperti che negli ultimi anni ha lavorato sul tema dei nitrati e sulla possibilità di migliorare l’attuale situazione sia da un punto di vista tecnologico ma anche politico e organizzativo. Lo rende noto Rinascita Agraria, organo di informazione della Libera Associazione Agricoltori Cremonesi. Proprio dal progetto Equizoo, in cui sono coinvolte oltre alla Libera il Crpa (Centro ricerche produzioni animali) di Reggio Emilia e la Regione Lombardia, è emerso che l’efficienza dell’assorbimento dell’azoto può essere migliorato ricorrendo alle cosiddette buone pratiche agricole. Da qui la necessità di richiedere la deroga a 250 kg di azoto/ha/anno (anziché i 170 previsti dalla Direttiva nitrati nelle zone vulnerabili) non più per singola azienda bensì per aree territoriali, a patto che in quella zona si ricorra alle suddette buone pratiche. Una strada ritenuta indispensabile, rispetto alla quale occorre però che la Regione Lombardia chieda all’Unione Europea il rinnovo della proroga che viceversa scadrebbe alla fine di quest’anno.