Oltre 14 milioni di tonnellate di mangimi prodotti, pari a 7,35 miliardi di euro in valore. Sono questi i primi, importanti numeri che caratterizzano la produzione di alimenti zootecnici di Assalzoo, l’Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici che si è riunita nei giorni scorsi a Bologna per l’annuale assemblea dei soci, durante la quale è stato rieletto alla presidenza Alberto Allodi.
Assalzoo sarà protagonista anche alle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona, dal 22 al 25 ottobre 2014, con il convegno “Modello Italia: nuove sfide per le eccellenze della filiera zootecnica italiana”.
Nonostante la crisi il settore ha tenuto e anche nel 2013 la produzione ha superato i 14 milioni di tonnellate, pari a un valore commerciale di oltre 7 miliardi di euro.
Anche l’industria mangimistica italiana, in questi ultimi anni, ha dovuto fare i conti con gli effetti della crisi eppure “tra le produzioni industriali – ha sottolineato Allodi nella sua relazione – quella mangimistica ha mostrato di tenere meglio, tenuto conto che pur venendo da due anni consecutivi di contrazione produttiva, resta sopra la soglia di 14 milioni di tonnellate, non lontana dal picco storico di produzione raggiunto in piena crisi nel 2011”.
Sono circa 8.500 gli addetti, escluso l’indotto, che compongono il tessuto occupazionale delle aziende aderenti ad Assalzoo, che rispetto al saldo commerciale tra import ed export nel 2013 ha confermato il dato negativo
(-384 milioni sul 2012), pur registrando un miglioramento grazie al buon incremento del valore delle esportazioni (+17%).
Assalzoo e CremonaFiere in campo insieme a difesa e a promozione dell’agroalimentare italiano con un convegno ad hoc durante le Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona.
Assalzoo sarà uno dei principali protagonisti alle prossime Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona (CremonaFiere 22-25 ottobre 2014) non solo perché in collaborazione con CremonaFiere organizzerà il convegno dal titolo “Modello Italia, nuove sfide per le eccellenze della filiera zootecnica italiana”, ma anche perché, della filiera zootecnica italiana, rappresenta una delle voci più importanti e autorevoli.
E come tale non può che individuare le criticità del settore con l’intento di lavorare per trovare valide ed efficaci soluzioni. “La dipendenza cronica dell’Italia dall’importazione di materie prime vegetali per l’alimentazione degli animali ha riflessi inevitabili anche sulle potenzialità di allevamento e sulla relativa produzione di latte, carne, salumi – ha sottolineato ancora Allodi. Le nostre potenzialità in questo senso sono sicuramente superiori ai dati reali, ma è necessario che venga adottata una politica in grado di rimettere al centro il ruolo strategico di agricoltura e zootecnia per favorire e dare impulso alla produzione interna, riducendo così anche la nostra dipendenza dall’estero”.
Il livello di approvvigionamento di materie prime vegetali destinate alla produzione di mangimi supera ormai il 52%. Tra tutte spicca la farina di soia: 91,3%
Nel dettaglio, secondo i dati forniti durante l’assemblea, nel 2013 la dipendenza dall’estero di farina di soia è stata pari al 91,3%, con una importazione di 2,6 milioni di tonnellate a fronte di una produzione interna di 400mila tonnellate; l’import del grano tenero è stato pari al 52,7% del totale; dell’orzo il 47,8% e del mais il 37,5%, equivalenti a quasi 3,9 milioni di tonnellate, mentre la produzione nazionale è stata di 6,5 milioni di tonnellate. “Negli ultimi cinque anni i prezzi delle principali materie prime per mangimi hanno subito un rialzo senza precedenti – ha concluso Allodi – e nonostante nel 2013 le quotazioni dei cereali e dei loro derivati abbiano registrato una diminuzione, i livelli restano elevati e il loro andamento incerto a causa della domanda mondiale in costante ascesa e della concorrenza esercitata da forme di impiego alternative a quello alimentare”.