Numerosi anche quest’anno gli scienziati che prenderanno parte alla giornata dedicata ai temi più attuali dell’avicoltura. Tra loro non mancheranno illustri esponenti stranieri. Ancora una volta CremonaFiere (da mercoledì 22- a sabato 25 ottobre 2014) si conferma capitale della zootecnia nazionale
Dopo una prima edizione che ha riscosso un notevole successo da parte di scienziati, tecnici, operatori e allevatori, le Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona (CremonaFiere da mercoledì 22 a sabato 25 ottobre 2014) propongono quest’anno la seconda edizione dell’International Poultry Forum, un appuntamento che si sta confermando come unico e imprescindibile per un comparto, quello avicolo, che nel nostro Paese soddisfa oltre il 100% del fabbisogno nazionale e si colloca come una delle voci più importanti nel panorama dell’agroalimentare italiano. Quest’anno il tema in discussione si concentrerà sull’uso responsabile degli antimicrobici nella lotta alle malattie batteriche e sui miglioramenti strutturali e tecnologici nell’allevamento. Leonardo James Vinco, responsabile del Centro di referenza per il Benessere in avicoltura presso l’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna con sede a Brescia, fa parte del gruppo di illustri relatori, alcuni stranieri, che parteciperanno alla giornata. Ecco cosa ha risposto ad alcune domande che gli abbiamo sottoposto per approfondire il tema.
La normativa sul benessere dei broiler premia gli allevatori che dimostrano di essere in grado di assicurare ai soggetti allevati le migliori condizioni di crescita
– Innanzitutto dottor Vinco, cosa prevede nelle sue linee principali la normativa sul benessere negli allevamenti per i broiler?
“In generale una categorizzazione delle aziende avicole in base alla loro capacità di garantire il benessere degli animali allevati a diverse fasce di densità. E’ previsto infatti che la valutazione venga fatta sia indirettamente, basandosi su alcuni requisiti strutturali e gestionali, ma soprattutto direttamente attraverso la stima degli animali consegnati al macello. In pratica, viene premiato quell’allevatore che dimostra di essere in grado di garantire le migliori condizioni agli animali allevati, consentendogli di allevare più capi per metro quadrato e quindi, in ultima analisi, di ottenere un maggior rendimento economico per metro quadrato dal proprio allevamento.
La novità rispetto alle precedenti Normative sul benessere animale è che la sua valutazione tiene conto non solo delle strutture e della gestione che sono presupposti di base per il soddisfacimento delle miglior condizioni di benessere animale, ma anche dei risultati monitorati sugli animali al macello secondo una procedura definita dal ministero della Salute su indicazioni fornite dal Centro di referenza nazionale del benessere animale”.
La filiera dei broiler è totalmente integrata e a differenza dell’adeguamento alla Normativa sul benessere delle ovaiole non ha previsto nessun adeguamento che non fosse accompagnato da un miglioramento economico dell’allevatore
– Dopo la procedura di infrazione che Bruxelles aveva avviato nei confronti dell’Italia per il mancato rispetto dell’applicazione, dal 1 gennaio 2012, della normativa sul benessere delle ovaiole, qual è nel nostro Paese la situazione per i broiler?
“L’allevamento del pollo da carne in Italia è quasi totalmente gestito da filiere integrate che per esigenza di mercato devono sottostare ai controlli della grossa distribuzione, di conseguenza la maggior parte dei requisiti della Normativa sul benessere sono già stati soddisfatti dalla maggior parte degli allevatori”.
– Quanto è costata agli allevatori l’adeguamento alla Normativa?
“A differenza di quella in materia di benessere delle galline ovaiole che ha visto la messa al bando delle gabbie convenzionali e quindi uno stravolgimento del sistema di allevamento che si era evoluta negli anni dal punto di vista tecnologico senza però tenere in minima considerazione le esigenze etologiche degli animali, la Normativa 181 dedicata ai polli da carne non prevede alcun investimento che non sia accompagnata da un miglioramento anche in termini economici per l’allevatore”.