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SUINI
Nuove equazioni di stima. Il Mipaaf autorizza l’”intervallo di incertezza di misura”
Con una circolare a firma congiunta, il 10 settembre scorso Ipq e Ineq (Istituto Parma Qualità e Istituto Nord Est Qualità), gli enti certificatori rispettivamente del Prosciutto di Parma Dop e del Prosciutto di San Daniele Dop, hanno comunicato ai macelli che il Mipaaf aveva accolto le loro indicazioni circa l’applicazione del cosiddetto “intervallo di incertezza di misura”, una sorta di franchigia che permetterà anche alle cosce con una percentuale di carne magra superiore al 55%, più esattamente in un range compreso tra il 38,4% e il 56,6%, di rientrare in quelle destinate al circuito tutelato, più tecnicamente classificate come E. Si supera così, seppure in maniera transitoria, una vicenda che da alcuni mesi tormentava il sonno degli allevatori che producono per la Dop. Infatti, nell’inverno scorso il Crpa di Reggio Emilia (Centro ricerche produzioni animali), su incarico del Mipaaf aveva elaborato le nuove equazioni di stima per le carcasse suine. Il lavoro era stato approvato da Bruxelles e doveva essere applicato immediatamente. Purtroppo però, dalla sperimentazione effettuata, risultava che con le nuove equazioni ben oltre il 20% delle cosce sarebbe stata estromessa dalla Dop perché troppo elevata era la percentuale di carne magra rilevata rispetto a quanto prevede il Disciplinare di produzione. Un danno economico, per gli allevatori, calcolato in centinaia di migliaia di euro. Dopo un’estate di discussioni e incontri volti a trovare una soluzione, all’indomani dell’entrata in vigore del provvedimento, 8 settembre, ecco la sterzata autorizzata dal Mipaaf: l’”intervallo di incertezza di misura” che, nell’attesa dell’elaborazione di ulteriori nuove equazioni di stima, consentirà agli allevatori di evitare una serie di penalizzazione che, in alcuni casi, qualcuno ha paventato avrebbero portato alla chiusura definitiva di numerose aziende.
RASSEGNE FIERISTICHE
Cremona capitale della zootecnia. L’appuntamento è dal 22 al 25 ottobre 2014
Dal 22 al 25 ottobre 2014 le Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona diventeranno il palcoscenico sul quale si darà appuntamento il gotha della zootecnica nazionale e internazionale. Con la 69ma Fiera Internazionale del Bovino da Latte e la 4° edizione di Expocasearia, la 18ma edizione di Italpig e il 2° International Poultry Forum, Cremona darà vita a quattro giorni di convegni, seminari, workshop, esposizioni di alto livello dedicati al settore bovino, suino e avicolo, a dimostrazione che la città lombarda è ormai riconosciuta come la capitale della zootecnia italiana. Nell’organizzazione dei numerosi eventi spiccano le collaborazioni dei principali attori delle tre filiere: Assalzoo, Aita, Anmvi, Sivar, Anafi, Assosuini. I numeri registrati durante lo svolgimento delle ultime edizioni del 2013 confermano le aspettative: quasi 82mila i visitatori professionali che hanno varcato i padiglioni di CremonaFiere, di questi il 64% erano visitatori abituali, mentre il 18% nuovi visitatori. Il 71% della totalità ha sviluppato rapporti commerciali durante la Fiera o intendeva farlo nei mesi successivi. Numerose le delegazioni estere di operatori provenienti dai principali mercati attese dal 22 al 25 ottobre prossimi: Croazia, Serbia, Finlandia, Irlanda, Egitto, Tunisia e Paesi del Maghreb. Partecipare e/o visitare le Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona vuol dire arrivare al cuore del mondo zootecnico e incontrare le persone giuste del mercato italiano ed estero.
AMBIENTE
Semaforo verde dalla Commissione Ambiente al documento sulla Green economy
Le Commissioni Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici e Attività Produttive della Camera dei deputati hanno approvato all’unanimità il documento conclusivo sulla Green economy, l’indagine conoscitiva dedicata all’economia verde in Italia. Sul sito www.alternativasostenibile.it si legge che si tratta di un testo condiviso che individua nella cosiddetta Economia verde la chiave per combattere i cambiamenti climatici e per affrontare la crisi, fornendo un quadro dello stato dell’arte nel Paese, utile anche per le azioni e le politiche da promuovere a livello nazionale e internazionale a partire dall’Europa. La Green economy è infatti una straordinaria occasione per rilanciare la competitività delle imprese italiane che abbraccia i più diversi settori dell’economia nazionale, da quelli più tradizionali all’high tech, dall’agroalimentare alla meccanica, dalla manifattura alla chimica, dall’energia ai rifiuti, dal made in Italy tradizionale all’edilizia. Nel nostro Paese, come è evidenziato anche dal rapporto Greenitaly di Symbola e Unioncamere, già oggi esiste un’Italia che scommette sull’economia verde: il 22% delle imprese ha investito sull’ambiente producendo il 40% dei nuovi occupati. Da qui al 2020 si stima che si potranno creare in Europa, come indicato dalla stessa Commissione, altri 20 milioni di posti di lavoro verdi.