La storia del pistacchio è antichissima. Il pistacchio è un frutto noto ai Babilonesi, Assiri, Giordani, Greci, citato addirittura nel libro della Genesi. Di questo prezioso frutto, portato in Sicilia dagli Arabi, Bronte rappresenta la capitale italiana.
L’Iran è il principale produttore mondiale di pistacchio (56%) con una superficie di 230.000 ettari di terreno coltivato, seguito dalla Turchia, con 39.000 ettari, gli Stati Uniti, 31.000 (dove è presente la cultivar “Bronte”) e la Siria, con 20.000. Bronte, con circa 3.500 ettari in coltura specializzata (di cui 415 si trovano nel Parco dell’Etna), ne esprime l’area di coltivazione principale (più dell’80% della superficie regionale) con una produzione dalle caratteristiche peculiari. Concorreranno la terra e le sciare dell’Etna, la temperatura, le tradizioni di coltura tramandate da padre in figlio, fatto è che la pistacchicoltura brontese, produce frutti di alto pregio.
L’oro verde giunge in Sicilia attraverso gli Arabi, che strappando la Sicilia ai bizantini promossero e diffusero il pistacchio sull’isola. Il pistacchio conobbe la sua massima espansione lungo le pendici dell’Etna, nel territorio di Bronte, tanto che nel 1860, visto che il terreno si adattava moltissimo a questa pianta, interi pascoli furono trasformati in pistacchieti. Il pistacchio di Bronte, altra prelibatezza e specialità italiana, sarà protagonista a Il BonTà (CremonaFiere dal 7 al 10 novembre). Martina Cirami, contitolare dell’azienda “Le Chicche Siciliane”, racconta che “le piante di pistacchio nascono sulla lava e si espandono su circa 12 mila metri quadrati”. L’azienda di tipo famigliare ed ereditata, è coltivata a pistacchio da generazioni. “Inizialmente producevamo per noi e per gli amici, poi, nel 2013, visti i riscontri e il successo che il nostro pistacchio aveva, abbiamo deciso di dar vita all’azienda”.
La coltivazione del pistacchio è molto impegnativa e faticosa. In primo luogo, le piante fruttificano solo una volta ogni due anni e crescono in terreni accidentati dove non è possibile ricorrere all’uso delle macchine, devono dunque essere raccolti a mano uno ad uno. La raccolta generalmente avviene in settembre, dopo la raccolta il frutto viene smallato e quindi lasciato asciugare al sole per 5-6 giorni. Dalla smallatura del frutto si ottiene il pistacchio in guscio. L’azienda cura tutte le fasi della produzione agricola: la lavorazione della terra, il raccolto la trasformazione del pistacchio, il confezionamento.
“Dopo l’essicazione – spiega Martina – il pistacchio viene venduto come frutta secca oppure viene lavorato e ne ricaviamo tutta una serie di prodotti”. Nascono così creme dolci al pistacchio, creme liquorose, tavolette al cioccolato con il pistacchio e il croccante. “In più – spiega Martina – creiamo anche la colomba e il panettone con crema al pistacchio questi due prodotti sono naturalmente stagionali”.