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COMPETITIVITA’ E SEMPLIFICAZIONE
Con Agricoltura 2.0 un bel KO alla burocrazia
“Innoviamo la Pubblica amministrazione e tagliamo la burocrazia per rendere competitive le imprese”. Così il ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina, alla presentazione del Piano “Agricoltura 2.0”, presentato nei giorni scorsi a Verona. Dal 23 marzo scorso infatti, è possibile inoltrare la domanda Pac precompilata. In una nota, il Mipaaf spiega che è già disponibile on-line, sul sito di Agea e degli Organismi pagatori regionali, il sistema con il quale gli agricoltori, autonomamente o assistiti dai Caa, potranno dare semplice conferma dei dati preinseriti con un click o integrare e completare le informazioni. Inoltre, il Piano prevede l’istituzione dell’Anagrafe unica delle aziende agricole, cioè l’istituzione di un database federato degli Organismi pagatori che integra e rende disponibili tutte le informazioni aggiornate su base territoriale. Non solo. Viene introdotto il pagamento anticipato a giugno 2016, sarà così possibile erogare l’anticipo dei pagamenti Pac fino al 100% dell’importo dovuto per le aziende che ne faranno richiesta all’atto della domanda, direttamente a giugno anziché a dicembre, tramite accesso al credito bancario. Si parla di una potenziale platea di circa 1 milione di aziende per oltre 4 miliardi di euro di pagamenti Pac. E’ inoltre prevista la Banca dati unica dei certificati, che coordina a livello nazionale la raccolta, la durata e la validità delle certificazioni e la Domanda unificata. In pratica, a partire dal 2016 ciascuna azienda potrà presentare, autonomamente o recandosi presso qualsiasi struttura di assistenza presente sul territorio nazionale un’unica domanda di aiuto che accorpi le richieste Pac, Uma, Psr, Assicurazioni ecc. “Con Agricoltura 2.0 diamo una forte spinta all’innovazione e alla semplificazione per un milione e mezzo di imprese agricole italiane – ha dichiarato il ministro Martina – contribuendo a renderle sempre più competitive. Una tappa fondamentale, perché non dobbiamo subire i processi, ma diventarne i protagonisti. Siamo ad un punto di svolta, con l’Amministrazione che realmente si mette al servizio degli agricoltori eliminando la burocrazia inutile”.
LATTE
Una “Filigrana” all’insegna dell’innovazione
Tre anni di sperimentazione, 15 Centri di ricerca tra i più significativi a livello nazionale e oltre 50 ricercatori coinvolti, 9 unità operative specializzate (igiene di filiera, benessere animale, miglioramento genetico, controllo di processo, nutrizione animale, qualità lattiero-casearia, marketing, ecc.) un costo complessivo di circa 4,7 milioni di euro dei quali quasi 3,4 milioni provenienti da un contributo del ministero delle Politiche agricole. Sono questi i numeri di Filigrana, il progetto coordinato dall’Istituto sperimentale italiano Lazzaro Spallanzani interamente dedicato alla filiera del Grana Padano, con l’obiettivo di valorizzare la produzione e incrementare ulteriormente il livello qualitativo del formaggio Dop più consumato al mondo e maggiormente prodotto nel nostro Paese con oltre 2,4 milioni di tonnellate di latte, pari a ben più del 20% del prodotto italiano, ovvero circa il 50% del latte della zona Dop (Lombardia, Veneto, Piemonte, Trentino e l’emiliana Piacenza). La presentazione del progetto e dei risultati raggiunti si è svolta nei giorni scorsi a Sirmione alla presenza della stampa, delle istituzioni, del mondo allevatoriale e di quello scientifico, ma soprattutto alla presenza del ministro Maurizio Martina che ha così commentato l’iniziativa: “Il progetto Filigrana è un modello interessante e dimostra concretamente l’importanza della ricerca nel settore agroalimentare. Come Ministero abbiamo sostenuto questa iniziativa che conferma la capacità del Consorzio Grana Padano di incrociare il tema agroalimentare con quello dell’innovazione e della sperimentazione. In un passaggio delicato come quello che stiamo vivendo nel settore lattiero-caseario è importante dimostrare la capacità di reazione anche su questo fronte”.
IMU AGRICOLA
Molti dubbi su una legge che non piace a nessuno
Dal 19 marzo scorso l’Imu agricola è legge. Una vicenda che negli ultimi mesi è stata al centro di un aspro confronto tra le organizzazioni professionali e il Governo e oggi, dopo non pochi cambiamenti tra regole vecchie e nuove, sembra essere arrivati alla fine della querelle. In pratica, nei Comuni classificati “montani” l’Imu non verrà applicata, in quelli “parzialmente montani” escluderà solo i terreni posseduti da agricoltori e imprenditori agricoli professionali, mentre nei Comuni classificati “non montani” si adotterà un’applicazione generalizzata. “Rispetto alle vecchie regole scritte nella circolare ministeriale del 1993 – si legge in un articolo apparso sul Sole 24 Ore il 19 marzo scorso firmato da Gianni Trovati – saranno 1601 i Comuni dove si perderà l’esenzione, pari a un gettito aggiuntivo di 268,7 milioni di euro. Per i pagamenti relativi al 2014 chi ha pagato entro il 31 marzo non è incorso né in interessi né in sanzioni, mentre una norma-manifesto conferma il diritto al rimborso (su richiesta) per i contribuenti che hanno pagato per errore, confusi dai continui cambi di regole. Per il 2015 – continua Trovati – il decreto mette in campo l’esenzione per le cosiddette piccole isole come Pantelleria, Ischia, Eolie ecc. e una detrazione da 200 euro per coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali proprietari di terreni che in base alla circolare del 1993 non pagavano”. Secondo il giornalista del quotidiano economico l’incrocio tra regole vecchie e nuove certifica che il decreto votato alla Camera non sancirà la parola “fine” sul tema dell’Imu agricola che, a suo giudizio, necessita di una revisione complessiva.