OSSERVATORIO AGRI&FOOD DI CREMONAFIERE – Notiziario n. 58 del 15/07/2015 a cura dell’Ufficio Comunicazione di CremonaFiere.

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LATTE

Anche sul Parmigiano Reggiano gli effetti della crisi greca

La crisi della Grecia preoccupa anche il Parmigiano Reggiano. Secondo il presidente del Consorzio di tutela, Giuseppe Alai, nella trattativa in atto tra la Ue e il Paese ellenico non si può tener conto solo delle conseguenze finanziarie di questa drammatica crisi. “Insieme ai destini dei cittadini greci – è la sua valutazione – vi sono in gioco interessi economici importanti per il nostro Paese e per le nostre imprese, incluse quelle che producono il Parmigiano Reggiano. Il mercato greco vale 563 tonnellate di export, pari a circa 15mila forme, e questo dato, riferito al 2014 ha già scontato un calo di quasi 300 tonnellate rispetto al 2013, ovviamente legato al fatto che la caduta dei redditi dei consumatori greci ha spostato i consumi su prodotti di minor costo e qualità rispetto al Parmigiano Reggiano. In buona sostanza – prosegue Alai – la crisi greca, in termini di esportazioni, è costata in misura comparabile all’embargo russo (400 tonnellate) ma questo aspetto rischia di apparire indifferente rispetto agli interessi finanziari. Nonostante i dati storici e gli ordinativi in essere lascino pensare che si sia toccato il punto più basso delle importazioni greche di Parmigiano Reggiano, riteniamo che nell’interesse dei nostri produttori, come per tutti i prodotti italiani d’eccellenza che hanno rapporti con quel mercato ottenendone grande apprezzamento, sia necessario un approccio alla crisi greca che non si esaurisca ad una pura questione finanziaria e di bilanci. In questo senso – conclude – crediamo sia fondamentale un’analisi e un intervento più agganciato all’economia reale che guardi ai modi in cui si possa favorire il rilancio di un Paese le cui sorti riguardano innanzitutto i suoi cittadini, ma anche le economie reali di tanti partner europei”. Intanto, dall’altra parte dell’oceano arriva una buona notizia. Nei giorni scorsi il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha siglato un accordo con uno dei colossi della distribuzione USA, la Whole Foods, che ha scelto il Parmigiano Reggiano come prodotto di punta per qualificare l’intera offerta di formaggi della catena: in pratica, un prodotto selezionato di almeno 24 mesi verrà porzionato nel punto vendita. “E’ un grande passo in avanti – sottolinea in una nota il direttore del Consorzio di tutela, Riccardo Deserti – non solo perché rafforza un trend di esportazioni in vertiginosa crescita nel primo trimestre 2015, con i dati Istat che parlano di un +74%, ma soprattutto per rafforzare il contrasto delle imitazioni, sul quale incideranno molto anche gli esiti dei negoziati Ttip”.

SUINI

In leggero miglioramento la redditività degli allevatori

Si ferma a un apprezzabile +4% rispetto al mese di maggio la redditività della fase di allevamento secondo l’indice Crefis (Centro ricerche economiche sulle filiere suinicole) relativo al mese di giugno. Un incremento che lievita fino a un +4,3% se lo si paragona allo stesso periodo di un anno fa. Il buon risultato è stato determinato dagli andamenti favorevoli del mercato dei suini da macello e da quelli delle materie prime destinate all’alimentazione dei suini. La quotazione media mensile, secondo la Cun, è infatti aumentata del 3,5% rispetto al mese precedente. Un dato moderatamente positivo in termini congiunturali, anche se il confronto con lo stesso mese dell’anno scorso indica ancora prezzi più bassi del 14,5%. Questo dato positivo però, agisce negativamente sulla redditività della macellazione, che a giugno si è fermata a un -2,6% rispetto a maggio. Va detto però che in termini tendenziali, l’indice Crefis sulla redditività della fase di macellazione si posiziona a un +14,3% rispetto al mese di giugno 2014, nonostante un mercato delle cosce fresche stagnante o addirittura in calo. Relativamente alla fase di stagionatura, anche nel mese di giugno la redditività dei prosciutti non tutelati si mantiene superiore a quella del Prosciutto di Parma Dop, con una differenza calcolata nel 5,6% per le cosce stagionate pesanti. Del resto, sempre a giugno, la redditività del Prosciutto di Parma pesante, registrata dall’indice Crefis relativo, è diminuita rispetto a maggio dell’1%, mentre è salita la redditività dei prosciutti generici pesanti che su base congiunturale hanno incassato un +0,5%. Negativi infine i dati tendenziali: -7,1% per il Prosciutto di Parma; -1% per quello generico.

LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE

Aumentano i controlli. Quasi 50mila nel primo semestre dell’anno

Ammontano a 49mila i controlli effettuati in ambìto agroalimentare nel primo semestre 2015. Lo ha reso noto il ministero delle Politiche agricole. Rispetto al primo semestre di un anno fa l’aumento è del 14%. I sequestri frutto dei controlli ammontano a un valore di circa 57milioni di euro a cui si sommano le oltre 4 mila sanzioni amministrative e le oltre 700 persone denunciate. “Il nostro Paese ha un sistema di controlli che assicura l’elevato standard qualitativo delle nostre produzioni – ha dichiarato il ministro Maurizio Martina – Siamo convinti che la lotta alla contraffazione sia una priorità assoluta e anche per questo, dopo il Forum internazionale di lotta alla contraffazione di Lodi, abbiamo voluto un momento di confronto internazionale a Expo che abbiamo organizzato in collaborazione con il ministero della Salute”. Tra le principali operazioni anti-contraffazione vanno segnalate quella condotta dai Nac che ha visto perquisizioni e controlli in circa 15 fra caseifici e magazzini di stoccaggio di Parmigiano Reggiano e Grana Padano: i militari hanno concentrato la loro attenzione su migliaia di forme che non avevano i requisiti necessari alla commercializzazione. Da menzionare poi il sequestro, da parte del Corpo forestale dello Stato di oltre 580 kg di latticini freschi, in prevalenza mozzarella di bufala campana a marchio Dop, che non avevano i requisiti di rintracciabilità del prodotto. Oltre alle attività anti-contraffazione il Cfs ha condotto con successo la quotidiana attività di prevenzione e controllo nella cosiddetta Terra dei Fuochi. Inoltre l’operazione Hydrias, condotta dall’Icqrf e dalla Guardia di Finanza di Bologna, con l’obiettivo di contrastare le frodi nel settore vinicolo. Sono stati sequestrati oltre 310mila ettolitri tra mosti, vini e succhi d’uva, 900 quintali di zucchero liquido, 2.730 quintali di zucchero e 4 serbatoi con acqua e zucchero presso lo stabilimento di un’importante azienda bolognese del settore per un valore commerciale di oltre 30 milioni di euro.

ENERGIE RINNOVABILI

Agrinsieme chiede modifiche sostanziali al Decreto

Le modifiche apportate al nuovo testo sono del tutto insufficienti ad attivare gli investimenti necessari per dare futuro al settore agroenergetico. Lo afferma Agrinsieme, il coordinamento tra Cia, ConfagricolturaCopagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari, in una lettera indirizzata al ministro Maurizio Martina in cui vengono esposte considerazioni e preoccupazioni rispetto all’ultima stesura del Decreto. Due le principali questioni irrisolte: il livello degli incentivi e l’uso dei sottoprodotti. “Per quanto riguarda le tariffe incentivanti relative a impianti a biogas e biomasse – recita la lettera – siamo ancora lontani dalla richiesta avanzata in precedenza dal nostro coordinamento. Ribadiamo pertanto l’assoluta necessità che per gli impianti a biomasse e biogas di potenza fino a 300 kWe venga mantenuto il livello di incentivazione stabilito dal Decreto del 6 luglio 2012. Ci teniamo a ribadire che si tratta di impianti di piccola taglia che utilizzano prevalentemente sottoprodotti e che per le loro caratteristiche valorizzano la filiera corta, le risorse del territorio, le imprese agricole e forestali, attivando quindi lo sviluppo sostenibile e responsabile a scala locale”. Agrinsieme insiste sottolineando che ritiene necessario preservare “un adeguato livello di incentivazione per gli impianti a biomasse e biogas di potenza superiore se realizzati in forma associativa o cooperativa che utilizzano biomasse di provenienza nazionale. Occorre altresì una revisione del sistema di calcolo dell’incentivo per gli impianti a biomasse, ai quali a breve si applicherà la tariffa onnicomprensiva, in relazione all’andamento del mercato dell’energia”. Sull’utilizzo dei sottoprodotti, la lettera di Agrinsieme afferma che “le disposizioni dell’art. 23 del Decreto vanno in direzione opposta rispetto a quella da noi auspicata di un incremento della loro valorizzazione energetica. Pertanto sosteniamo l’eliminazione del suddetto articolo e sosteniamo le iniziative relative a impianti a biomasse e biogas alimentati esclusivamente con sottoprodotti, che hanno fatto richiesta di incentivo ai sensi del DN del 6 luglio 2012 attraverso l’iscrizione al primo registro del 2012 ma che, ad oggi, rischiano di non riuscire a realizzare gli impianti nei termini previsti dalla normativa vigente”. Agrinsieme, infine, auspica l’intervento del Mipaaf presso il ministero dello Sviluppo economico affinchè siano introdotte le necessarie modifiche al Decreto.