Come ascoltare un concerto?
La riuscita di un concerto è proporzionale all’intensità e alla gratificazione che il pubblico ne riceve. Proprio per questo, essa dipende anche da come gli ascoltatori si pongono rispetto all’interprete, e dai feedback che, senza accorgersene, essi trasmettono a chi siede sul palco, influenzandone l’esecuzione. Molti concertisti possono confermare che i loro concerti più “ispirati” sono quelli in cui hanno percepito di essere in sintonia con il pubblico, sulla stessa “lunghezza d’onda”. E ciò dipende, ovviamente, dal pubblico. L’alchimia che si crea in ogni occasione è certo legata anche ad altri fattori: l’acustica, la qualità e regolazione degli strumenti, la temperatura della sala, l’umidità. Ma, anche nelle condizioni meno ideali, ciò che più conta è l’approccio con cui il pubblico si pone all’ascolto: è importante, dunque, liberarsi da eventuali pregiudizi o aspettative legate ad una propria visione della musica, e lasciarsi permeare da ciò che l’artista “mette in circolo”. Viceversa, andare al concerto di un violinista per contare le note stonate o verificare la somiglianza di quell’interpretazione a quella del nostro CD preferito non è certo un modo che ci aiuta a godere della musica dal vivo. Al contrario, è bello pensare che i musicisti sono sul palco per condividere con noi le loro scoperte musicali, magari affinate in anni di studio, e noi ascoltatori siamo un elemento attivo e determinante per la riuscita della loro interpretazione.
di Roberto Prosseda
La musica come educazione all’ascolto dell’altro.
In Italia è ancora molto limitata la presenza della musica come materia di educazione nella scuola dell’obbligo. E, ove presenti, le ore di “educazione musicale” spesso finiscono per essere momenti focalizzati alla pratica, in cui gli studenti provano a suonare uno strumento “didattico”, come il flauto dritto di plastica, o tastierine elettroniche. Ciò è legato ad una visione limitata delle potenzialità che la musica può portare nella formazione della persona. L’aspetto più importante, e spesso trascurato, è l’educazione all’ascolto, dove per ascolto si intende non solo l’abilità a distinguere un piano da un forte o una scala ascendente da una discendente, ma l’attitudine a sviluppare la propria concentrazione e sensibilità, per percepire e capire gli stimoli che riceviamo dagli altri. In sintesi, l’educazione all’ascolto dovrebbe tradursi nel saper riconoscere gli stati d’animo che proviamo, e che la musica ci aiuta a ritrovare. E, di conseguenza, ciò può stimolare negli studenti l’attitudine a “guardarsi dentro”, a prendere coscienza delle proprie reazioni emotive, e, quindi, a saperle meglio comunicare agli altri. Una maggiore consapevolezza dei propri stati d’animo può aiutarci a riconoscere gli stati d’animo nei nostri interlocutori, e quindi, appunto, a saperli “ascoltare”. Dall’attitudine all’ascolto deriva la comprensione, la condivisione, la compassione: tutti strumenti indispensabili all’uomo per una convivenza non solo civile, ma soprattutto ricca, improntata all’armonia e al rispetto dell’altro. Ecco perché ci si augura che l’educazione musicale sia ripensata in questo senso, e maggiormente presente in tutte le fasi della formazione scolastica, a partire dalle scuole materne.
di Roberto Prosseda
Come affrontare un master class?
L’estate è il periodo dei master class, ossia di corsi di perfezionamento musicale della durata di alcuni giorni, in cui gli studenti hanno la possibilità di confrontarsi con un docente diverso dal loro abituale, che in tre o quattro lezioni può dare consigli e illustrare i suoi punti di vista sulle loro interpretazioni. Nella mia precedente vita di studente ho frequentato decine di master class, e ho ancora un ricordo vivido di alcune, che mi hanno dato una particolare carica per proseguire gli studi facendomi scoprire modi diversi di intendere la musica e di concepire l’interpretazione. Si tratta, quindi, di un’opportunità molto utile, che però può essere affrontata in tanti modi dagli studenti. Oggi a volte si tende erroneamente a considerare il master class come una sorta di audizione prolungata. Alcuni studenti si iscrivono non per imparare alcunché, ma per esibire al docente le proprie qualità, quindi più per “far vedere” che non per aprirsi a nuovi modi di intendere la musica. Altri studenti, viceversa, affrontano i master class in modo eccessivamente passivo, accogliendo “a scatola chiusa” i consigli del docente, che magari non sempre sono perfettamente adeguati al loro modo di suonare o di pensare la musica. In base alla mia personale esperienza (di studente prima e di docente poi), credo che il modo migliore di intendere il master class per uno studente sia quello di un libero confronto con punti di vista diversi. Ovviamente, va messo in conto che il docente proporrà delle idee nuove, non sempre facilmente e immediatamente comprensibili e applicabili. È anche possibile che l’impatto con un modo di concepire la musica e il rapporto con lo strumento tanto diverso possa inizialmente provocare nello studente una sorta di shock, o mettere profondamente in discussione le sue precedenti certezze. Anche questo è un effetto, di solito positivo, del master class: è importante per uno studente diplomato, che si avvia ad intraprendere la strada del concertismo, non dare nulla per scontato, e trovare una propria personale identità artistica anche grazie al confronto e alla presa d’atto che non esiste un modo univoco di intendere la musica e l’interpretazione. E tanto più saranno forti le sue idee personali, quanto più esse saranno convincenti e di successo, anche agli occhi di chi parte da punti di vista diversi.
di Roberto Prosseda
Pianoforte Nintendo.
La pianista Sonya Belousova ha realizzato un video in cui suona le melodie del celebre videogame Super Mario Bros su un pianoforte a forma di consolle Nintendo, con tanto di sgabello a forma di controller. Un insolito abbinamento tra antico e moderno, che fa riflettere su come il pianoforte possa essere anche inserito in contesti apparentemente lontanissimi.
Il video integrale è visibile qui:
https://youtu.be/lID0A5p0_SY
Maggiori dettagli su questo articolo pubblicato su Classic FM:
http://www.classicfm.com/discover/video-game-music/nintendo-piano/#JRjqTJUdIjK14dtj.97