OSSERVATORIO AGRI&FOOD DI CREMONAFIERE Notiziario n. 62 del 03/09/2015 a cura dell’Ufficio Comunicazione di CremonaFiere.

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LATTE E CARNE

Un vertice a Bruxelles a sostegno dei due comparti

Si è svolto a Madrid il 28 agosto scorso il vertice dei ministri dell’Agricoltura di Spagna, Francia e Portogallo al quale ha partecipato anche Maurizio Martina. L’appuntamento è stato organizzato in vista del Consiglio europeo straordinario che si terrà a Bruxelles il prossimo 7 settembre. Al centro dell’incontro sono stati posti i temi legati al settore lattiero-caseario e delle carni bovine e suine dell’Unione europea. Secondo il ministro Martina “in una situazione di mercato molto complessa servono strumenti concreti e semplici di aiuto alle nostre imprese e ai nostri allevatori. Il vertice di Madrid è stato utile per individuare proposte comuni da presentare al Consiglio del 7 settembre, si tratta di un metodo di lavoro che proseguirà con un nuovo appuntamento in Italia fissato per il 24 ottobre prossimo con un ulteriore confronto tra noi, la Spagna, la Francia e il Portogallo”.

Sei le proposte che verranno presentate alla Commissione. Si parte dal miglioramento dei sistemi di tracciabilità ed etichettatura dell’origine del latte, per proseguire con lo stoccaggio privato dei formaggi e delle carni che lo scorso anno ha dimostrato tutta la sua efficacia come azione di contrasto all’embargo russo. Nell’elenco compare poi una misura straordinaria e limitata nel tempo di aumento del prezzo di intervento per il latte in polvere; una campagna di promozione straordinaria sul latte e le carni suine sul mercato europeo e sui Paesi terzi per il rilancio dei consumi e il sostegno alle esportazioni, prevedendo a questo riguardo procedure semplificate e flessibili per favorire le misure di promozione. E’ inoltre prevista la creazione di un Gruppo di alto livello europeo per l’analisi costante del mercato del latte europeo dopo la fine del regime delle quote e lo sviluppo di piattaforme logistiche nei Paesi terzi, con un finanziamento ad hoc proveniente dalla Banca europea degli investimenti (Bei). “Più in generale – ha sottolineato il ministro Martina – è necessario rivedere profondamente gli strumenti a disposizione degli Stati nella gestione delle crisi di mercato. Oggi non abbiamo mezzi all’altezza dell’esigenza delle nostre imprese e rischiamo di intervenire troppo tardi. Una discussione su questo punto non è più rinviabile e lo ribadiremo con forza anche alla Commissione Ue”.

MAIS

Caldo e siccità anticipano il raccolto

Il 2015 sarà ricordato come uno degli anni più precoci per la raccolta del mais italiano. Lo riporta il sito Assomais in una nota, dove si sottolinea che la causa di questa situazione va ricondotta al caldo e alla siccità che hanno interessato a più riprese la Pianura Padana da inizio luglio, al punto che il raccolto del trinciato è iniziato mediamente con almeno due settimane di anticipo rispetto alla media degli anni scorsi. Entrando nello specifico, nel Lodigiano si parla di cali produttivi medi molto elevati e attualmente sono in corso le analisi per capire i valori di amido presente. Nella provincia di Mantova, che conta circa 60mila ettari di mais, secondo il presidente di Confai Mantova, Marco Speziali, il primo bilancio dei raccolti precoci non è stato di grande soddisfazione, con un calo sul 2014 anche del 20-30%. E se secondo Speziali la maggiore sofferenza è stata registrata nelle coltivazioni servite da irrigazione a scorrimento rispetto al più diffuso sistema a pioggia, a turbare il sonno degli imprenditori agricoli ora è la possibilità di contaminazione da aflatossina B1. A questo proposito Veneto Agricoltura ha segnalato che al fine di tarare nuovi modelli previsionali e di dare informazioni al settore in tempo utile, sono stati eseguiti campionamenti degli stimmi di mais per analisi micologiche in grado di valutare la presenza di specie fungine produttrici di micotossine. In una situazione così delicata, Assomais ricorda che è importante raccogliere il prima possibile tutte le classi di maturazione, evitare di causare lesioni alla granella durante la trebbiatura e soste prolungate tra raccolta ed essicazione, spingendo al massimo le operazioni di pulizia della granella stessa. E’ inoltre fondamentale organizzare la gestione della raccolta in modo da separare le partite più contaminate dalle altre e gestire in modo differenziato quelle con diversi livelli di contaminazione. Quest’ultima operazione è fondamentale per quanto riguarda le aflatossine, visto che ci si attende una contaminazione che può essere molto diversa in relazione alla provenienza delle diverse partite.

POMODORO

Nasce tra Piacenza e Cremona il polo più importante d’Italia

Si è concluso nell’ultima settimana di agosto il processo di fusione per incorporazione di Arp (Agricoltori riuniti piacentini), società che dal 1958 opera nella coltivazione, trasformazione e distribuzione dei derivati del pomodoro nella provincia di Piacenza, e il Consorzio Casalasco del Pomodoro, cooperativa agricola specializzata nella produzione e trasformazione del pomodoro da industria. Questa nuova realtà assocerà 370 aziende agricole situate in special modo tra le province di Piacenza, Cremona, Parma e Mantova con quasi 7.000 ettari di terreno coltivati a pomodoro, per una produzione complessiva di oltre 550.000 tonnellate. Il Gruppo attualmente occupa circa 1.300 dipendenti tra personale fisso e stagionale e d’ora in avanti disporrà di oltre 50 linee di confezionamento installate presso gli stabilimenti di Rivarolo del Re, Fontanellato e Gariga di Podenzano generando un volume d’affari di circa 270 milioni di euro. Il piano industriale alla base dell’operazione, si legge in una nota diramata dal Consorzio Casalasco del Pomodoro, prevede il raggiungimento di importanti sinergie gestionali, in particolare nel coordinamento dei servizi generali, della logistica e dell’organizzazione commerciale, con conseguenti benefici in termini di redditività, nonché di una maggiore flessibilità per soddisfare velocemente le esigenze dei clienti. E proprio da un punto di vista commerciale, l’ampliamento del portafoglio prodotti e la definizione di nuovi canali di vendita garantirà una presenza più forte sui mercati internazionali, potenziando la distribuzione di prodotti sia a proprio marchio che private label. In termini di distribuzione l’obiettivo è infatti quello di abbinare alla gamma retail del Consorzio Casalasco anche la potenzialità di formati food service di Arp con una linea completa di prodotti destinata alla ristorazione collettiva.