OSSERVATORIO AGRI&FOOD DI CREMONAFIERE Notiziario n. 79 del 29/01/2016

LOTTA ALLE ZOONOSI

Bruxelles mette a disposizione 161 milioni di euro

Ammonta a 161 milioni di euro la dotazione finanziaria di un Programma della Ue volto a contrastare le malattie trasmissibili dagli animali all’uomo: le zoonosi. Lo scrive sul sito agronotizie.it Angelo Gamberini che ricorda come da tempo Bruxelles abbia dichiarato guerra a malattie come la tubercolosi bovina, l’influenza aviaria, la rabbia, la brucellosi. L’intento è quello di arrivare alla loro completa eradicazione o, quantomeno, al loro controllo e sorveglianza. Per questo, scrive Gamberini, da tempo la Commissione ha dedicato cospicue risorse finanziarie destinate a cofinanziare programmi nazionali per la salute degli animali. I risultati sono evidenti. Nel 2007 i casi di salmonellosi furono oltre 251mila, nel 2014 non oltre gli 81mila.
Sono 130 i Programmi nazionali già messi a punto e selezionati da Bruxelles, tra essi è inserito quello destinato alla tubercolosi bovina che si porta a casa una dotazione di 62 milioni di euro. Dodici milioni sono stati invece destinati alle encefalopatie spongiformi trasmissibili, 17 milioni alla salmonellosi, 10 alla brucellosi bovina, 2,5 alla peste suina classica, 2 all’influenza aviaria scorrendo poi via via le altre patologie ritenute meno importanti.
Rispetto la Peste suina africana il Piano previsto quest’anno prevede un incremento di 7 milioni rispetto al 2015, una decisione determinata dall’espansione di questa temibile patologia – ricorda ancora Gamberini – che dalla Russia e dalla Bielorussia si è diffusa in alcune nazioni europee come la Lituania, dove nel gennaio 2014 sono stati segnalati alcuni casi in cinghiali selvatici. Dopo la Lituania, è stata purtroppo la volta della Polonia, della Lettonia e dell’Estonia, dove il virus ha fatto la sua comparsa in piccoli allevamenti. Quello della Peste suina africana è un problema che purtroppo riguarda da vicino anche il nostro Paese. Da molti anni infatti in Sardegna è in atto una campagna di eradicazione che malgrado gli sforzi e gli ingenti investimenti non ha ancora portato alla completa eradicazione della malattia.

MACCHINE AGRICOLE

Previsioni sfatate. Il 2015 ha chiuso col segno +

Negli ultimi mesi del 2015 le immatricolazioni di trattori e macchine agricole targate hanno registrato un’impennata e hanno portato a un bilancio conclusivo migliore rispetto alle previsioni. Lo rende noto FederUnacoma, la Federazione nazionale costruttori macchine per l’agricoltura, che sottolinea come l’andamento delle vendite, nel nostro Paese, sia stato negativo fino al mese di ottobre 2015, registrando poi una forte crescita in novembre (+37,8%) e in dicembre (+50,9%), il che ha permesso di chiudere il 2015 con un numero complessivo di 18.428 unità, corrispondente a una crescita dell’1,4% rispetto al 2014. La forte accelerazione delle immatricolazioni nel periodo conclusivo del 2015, si legge ancora nel comunicato, riporta il segno positivo dopo ben 6 anni di decremento costante ed è dovuta in buona parte al moltiplicarsi delle richieste di finanziamento legate ai Piani di sviluppo rurale (Psr) in vista della chiusura delle pratiche amministrative per il 2015. Anche il mercato delle mietitrebbiatrici ha segnato un aumento del 6,2% con 345 unità vendute, mentre una flessione dell’1,7% è stato registrato dal mercato dei rimorchi (9.031 unità). Difficoltà ancora marcate per il comparto delle trattrici con pianale di carico che passa dalle 908 unità del 2014 ad appena 684 unità, incassando un consistente -24,7%. Al di là del dato medio nazionale, secondo FederUnacoma gli andamenti differenziati caratterizzano il mercato delle trattrici nelle singole regioni: cali sensibili si registrano in Emilia Romagna con un -31,3% e Lombardia (-10,5%), mentre le variazioni in negativo sono state più contenute in Piemonte (-3,4%). Parallelamente, una crescita superiore alla media nazionale si è registrata in Veneto (+4,7%) e nel Lazio (+4%). Per aiutare la ripresa del mercato durante il 2016 FederUnacoma ha in cantiere diverse iniziative per stimolare gli operatori agricoli ad un maggiore utilizzo dei fondi Psr, mentre un ulteriore impulso al mercato potrebbe arrivare dall’attuazione del provvedimento annunciato dal Governo che stanzia 45 milioni di euro per l’acquisto di macchine agricole nuove nell’ambìto di una politica di miglioramento degli standard di sicurezza nel lavoro agricolo.

ALIMENTAZIONE ZOOTECNICA

Per la Fefac nel 2016 la produzione diminuirà

L’aumento è pari allo 0,2% rispetto al 2014. Si chiude quindi con il segno + la produzione di mangimi composti nell’Unione europea registrata nel 2015. Lo rende noto il sito mangimiealimenti.it che sottolinea il livello stimato di produzione: 156,1 tonnellate. Secondo la Fefac (European feed manufacturers’ federation) nell’anno appena trascorso i costi dei mangimi sono diminuiti rispetto al 2014, merito dei buoni raccolti di cereali in Europa e della fornitura globale, ampiamente sufficiente, di farine di semi oleosi, soprattutto di soia. Una situazione che avrebbe in parte compensato il duraturo ribasso delle quotazioni delle carni suine in un momento in cui la produzione ha continuato a crescere di quasi l’1-2% durante l’intero anno che ci siamo lasciati alle spalle. In buona sostanza, malgrado gli incentivi economici offerti ai suinicoltori affinchè utilizzassero i loro cereali nella composizione della razione alimentare da somministrare al loro bestiame, la produzione industriale di mangimi è rimasta stabile. Per quanto attiene ai mangimi per i bovini, il quadro in Europa è disomogeneo. Molto è dipeso dalle condizioni climatiche che hanno condizionato la produzione dei foraggi, mentre la fine del regime delle quote latte non avrebbe prodotto particolari effetti. Positiva la produzione degli alimenti per il settore avicolo che nel 2015 ha registrato un aumento di quasi il 2%. La crescita è stata sostenuta dall’incremento del 2,5% del consumo pro capite di carne di pollo. Relativamente alle previsioni produttive per il 2016 gli analisi Fefac appaiono relativamente pessimisti. Prevedono infatti che la richiesta di mangimi per pollame dovrebbe continuare la sua ascesa anche se a un ritmo più lento pari all 1%. Stimano invece una significativa riduzione della domanda di alimenti per suini compresa tra il 2 il 3% in meno rispetto al 2015. Tuttavia, si legge ancora nella newsletter, le condizioni climatiche favorevoli per i foraggi nel Nord Europa dovrebbero portare a un aumento della domanda per i mangimi destinati ai bovini pari all 1%. Complessivamente, rispetto al 2015 si prevede che la produzione dei mangimi composti dovrebbe calare dello 0,5%.

AVICUNICOLO

In aumento le macellazioni di polli, in calo quelle dei conigli

Secondo le elaborazioni condotte da Assoavi (Associazione nazionale allevatori e produttori avicunicoli) nei primi dieci mesi del 2015 le macellazioni italiane di polli pesanti, cioè di peso superiore a 2 kg, hanno segnato un aumento del 5% in peso morto e del 6% in numero di capi rispetto allo stesso periodo del 2014, che aveva registrato un aumento del 3,6% per il numero di capi ma solo del 2,6% in peso morto macellato sul 2013. Riguardo i tacchini, da gennaio a ottobre 2015 le macellazioni hanno segnato un +0,5% in peso morto e un +0,6% in numero di capi sempre confrontato con lo stesso periodo dell’anno prima, quando l’aumento del numero di capi macellati era stato del 3% mentre riguardo il peso morto si era registrato un calo dello 0,2% sul 2013, che a sua volta ha continuato a segnare una riduzione del numero di capi macellati (-2,6%) e del peso medio rispetto al 2012, quando era stato registrato complessivamente un recupero del 5,6% del numero dei capi macellati e del 3,9% del peso morto rispetto al 2011. Il recupero sulla media degli ultimi 5 anni è stato del 10%. Infine i conigli. Prendendo sempre a riferimento i primi dieci mesi del 2015 le macellazioni hanno segnato un calo del 3,6% in peso morto e un’ulteriore riduzione del 5,6% nel numero di capi rispetto allo stesso periodo del 2014, che ha registrato un calo del 4,7% del numero di capi macellati e del 4,8% in peso sul 2013, a sua volta al centro di un’ulteriore riduzione, rispetto al 2012, del 3,6% del numero di capi macellati, ma con una stabilità del peso medio. Il 2012 è stato caratterizzato da un ulteriore calo del numero di capi macellati (-1%) rispetto al 2011 e dello 0,8% del peso morto.