∎ OSSERVATORIO AGRI&FOOD DI CREMONAFIERE Notiziario n. 87 del 21/03/2016

EVENTI

BioEnergy Italy, appuntamento a CremonaFiere dal 20 al 22 aprile 2016

Manca poco meno di un mese alla 6^ edizione di BioEnergy Italy che si svolgerà presso i padiglioni di CremonaFiere dal 20 al 22 aprile 2016. In contemporanea, si terrà la 2^ edizione di Food Waste Management Conference e di Green Chemistry Conference and Exhibition. BioEnergy Italy rappresenta il luogo dove si incontrano le più importanti aziende del settore delle energie rinnovabili e si basa su un progetto realizzato da CremonaFiere e DLG International, partner tedesco organizzatore di manifestazioni come AgriTechnica, EuroTier e Gioenergy Decentral. Come per tutte le manifestazioni organizzate da CremonaFiere, anche per BioEnergy Italy il punto di forza, oltre all’esposizione altamente qualificata, è rappresentato dal ricco programma di convegni, seminari e workshop studiato per coinvolgere e attrarre in Fiera un pubblico selezionato. Per realizzarlo, l’ente fieristico cremonese si avvale della collaborazione di realtà importanti tra cui Aita, Enea, Dlg International, Legambiente, Chimica Verde e Confagricoltura. Tra i temi trattati quest’anno compaiono la bioeconomia come integrazione del reddito; lo sfruttamento degli scarti dell’industria alimentare e la conversione energetica delle biomasse; l’economia circolare e l’agricoltura; il biometano da biogas; le news su normative e incentivi; le pratiche agricole sostenibili; la coltivazione della canapa industriale; la gestione ottimale del fine vita dei materiali; l’offerta formativa e le opportunità professionali; la catena del valore del packaging; il premio Best Practices in collaborazione con Legambiente.
Il Food Waste Management Conference è il Salone dedicato alla gestione degli sprechi e dei sottoprodotti dell’agricoltura e dell’industria agroalimentare e mette in mostra le migliori esperienze e innovazioni tecniche nel campo del recupero, del trattamento e del reimpiego dei residui della produzione agricola e dell’industria di trasformazione in una logica di simbiosi industriale intersettoriale. Il Green Chemistry Conference and Exhibition è invece il Salone dove vengono presentate le innovazioni, le novità tecnologiche, le normative e i nuovi prodotti della chimica verde perché tra quest’ultima, l’agricoltura e l’industria alimentare molte sono le connessioni e a Cremona queste tre componenti si trovano e si confrontano, dando vita a nuove e soprattutto innovative soluzioni e collaborazioni.

 

LATTE 1

Per il 67% degli americani il Parmesan è un formaggio italiano

Nei giorni scorsi, nella sede del Parlamento europeo a Bruxelles, è stata presentata la ricerca curata da Aicod dalla quale emerge con chiarezza che per la stragrande maggioranza dei consumatori americani il formaggio Parmesan, caratterizzato nelle confezioni da elementi di italian sounding, è di sicura provenienza italiana quando in realtà non ha nulla a che vedere né con il nostro Paese né con il vero Parmigiano Reggiano. “Questa ricerca non lascia dubbi – ha affermato nel suo intervento Paolo de Castro, relatore permanente ai negoziati Ttip (Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti) che sulla tutela delle Dop concentra uno dei temi più scottanti – oltre i due terzi dei consumatori americani sono indotti in inganno, ed è proprio sul comune terreno della tutela del consumatore che è necessario si orientino gli impegni delle delegazioni europea e statunitense in ambito Ttip, perchè se sul versante produttivo si possono scontare interessi diversi e contrapposti, la difesa del consumatore, invece, è sicuramente un oggetto di lavoro comune”. Una forma di inganno che il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha nuovamente denunciato nei giorni scorsi al Parlamento europeo, parlando di un fenomeno che interessa 100mila tonnellate di prodotto americano (più di 10 volte il volume delle importazioni di Parmigiano Reggiano originale dall’Italia) “e costituisce – ha detto il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti – un pesante pregiudizio rispetto all’aumento delle esportazioni ed un intollerabile imbroglio a carico di consumatori che, al contrario, stanno sensibilmente aumentando la richiesta di prodotti originali e di alta qualità”. Oltre 130 tra parlamentari europei, esponenti del mondo delle Dop e rappresentanti Usa hanno partecipato al confronto, dal quale è emerso un fronte compatto del sistema europeo delle indicazioni geografiche a sostegno della proposta lanciata dal Consorzio finalizzata ad un maggiore coinvolgimento dei consumatori nel dibattito sugli accordi Ttip. Deserti ha inoltre ricordato che il formaggio made in Usa e denominato Parmesan è considerato italiano dal 38% dei consumatori americani. “Una situazione che si aggrava – ha sottolineato il direttore del Consorzio di tutela – quando le confezioni sono caratterizzate da elementi di italian sounding come la bandiera tricolore o monumenti e opere d’arte italiane: in tal caso, infatti, il 67% degli acquirenti americani è convinto di trovarsi di fronte ad autentico prodotto italiano”.
Intanto, il 16 marzo scorso, con un anno di anticipo rispetto alla scadenza di mandato, il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai, si è dimesso. Le sue deleghe sono state assunte dal vicepresidente vicario Adolfo Filippini. Per il 6 aprile prossimo è stata infine convocata l’Assemblea ordinaria dei consorziati che, oltre all’approvazione del bilancio 2015, si esprimerà sulla proposta di rinnovo del Piano di regolazione dell’offerta per il triennio 2017-2019.

 

LATTE 2

Grana Padano, il Consorzio chiarisce: “Nessuna forma prodotta con latte contaminato”

In merito all’inchiesta che negli ultimi giorni ha portato la Procura di Brescia ha iscrivere più di trenta persone nel registro degli indagati accusati di adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari perché avrebbero usato latte contaminato da aflatossine, il direttore generale del Consorzio del Grana Padano, Stefano Berni, in una nota informa che “non ci risulta che Grana Padano prodotto con latte contaminato sia arrivato sulle tavole dei consumatori perché è stato bloccato in magazzino, per cui i consumatori possono stare assolutamente tranquilli. Da questa vicenda – ha dichiarato – il Consorzio Grana Padano è il primo ad essere danneggiato. Un danno provocato da pochi soggetti che avrebbero voluto fare i furbi. Chiaro che nei loro confronti agiremo con rigore e fermezza. Noi abbiamo come principale mission la tutela del consumatore e da sempre ci battiamo per raggiungere questa finalità. In tal senso abbiamo sempre collaborato con le autorità sanitarie preposte alla sicurezza degli alimenti, e con tutti gli organismi deputati ai controlli, a cominciare dai Carabinieri dei Nas. Il consumatore e la sua tutela – ha precisato il direttore del Consorzio – sono e resteranno sempre il faro-guida delle azioni del Consorzio e anche questa solerte, tempestiva e lodevole iniziativa conferma che l’Italia è tra i primi Paesi al mondo, se non addirittura il primo, nella sicurezza alimentare. Il Consorzio ringrazia la Procura di Brescia, il Magistrato incaricato dottor Cassiani e i Nas per l’operazione di pulizia che stanno svolgendo e manifesta ogni disponibilità per colpire chi, consapevolmente, si è reso responsabile di questo reato”.

 

ACCESSO AL CREDITO

Dopo Banca Intesa anche Unicredit stanzia 6 miliardi di euro per le aziende agroalimentari

Si chiama “Coltivare il futuro” ed è il progetto condiviso tra MipaafUnicredit che prevede l’attivazione di un plafond di 6 miliardi di euro nel triennio 2016-2018 e un programma di interventi formativi e di soluzioni tecnologiche innovative a supporto delle imprese. “Il progetto comune con Unicredit – ha dichiarato a margine dell’incontro di presentazione svoltosi il 17 marzo scorso presso il ministero dell’Economia – non solo ha la forza di un importante stanziamento finanziario per le piccole e medie imprese agroalimentari italiane, ma ha anche il valore di un’azione di sistema per la crescita delle filiere nazionali. Al credito, infatti, si abbinano strumenti di crescita delle imprese sia per la formazione, l’innovazione e il sostegno all’export. Oltre allo stanziamento di 6 miliardi di euro, a maggio Unicredit lancerà il nuovo Agribond dedicato alle imprese della filiera agricola che, basandosi sulla garanzia pubblica fornita da Ismea e sfruttandone l’effetto moltiplicatore, consentirà l’attivazione di nuove erogazioni inizialmente per 300 milioni di euro replicabili nel tempo. “Abbiamo alle spalle un anno come il 2015 – ha continuano il ministro Martina – che ha rappresentato un punto di svolta con numeri da record sotto il profilo delle esportazioni e della crescita di occupazione. Con azioni come quella di Unicredit possiamo spingere ancora più forte: un migliore rapporto tra banche e imprese agroalimentari rappresenta un passaggio chiave in questo percorso”.
Intanto, in materia di formazione, nasce Agri-Business School. Tre le macro aree tematiche su cui poggia questo ulteriore progetto: competenze di base, che tradotto significa percorso formativo per acquisire le principali conoscenze finanziarie; export management, che comprende sessioni formative dedicate a argomenti di internazionalizzazione; e infine innovazione, che propone sessioni formative su tematiche di particolare attualità come la filiera corta, la tracciabilità e l’agricoltura di precisione.