∎ Il settore del biologico gode di buona salute. In un anno +20% in valore

Dopo la pubblicazione del Rapporto sull’andamento del settore 2015, il Sinab (Sistema di informazione nazionale sull’agricoltura biologica) commenta che la crescita dei consumi interni di prodotto biologico in Italia ha fatto registrare un aumento del 20% in valore nel solo periodo novembre 2014-novembre2015, un dato che dimostra la vitalità del settore. Le categorie più richieste sono rappresentate da derivati dei cereali (23% del totale) ortaggi e frutta freschi e trasformati (più del 17% in entrambi i casi) e lattiero-caseari (11,5%). Le regioni dove si conta il maggior numero di operatori biologici sono la Sicilia con 9.660 aziende; la Calabria, con 8.787; la Puglia con 6.599: in queste tre regioni si concentra il 45% del totale degli operatori italiani. Anche la maggiore estensione di superfici biologiche, si legge nel Rapporto, si colloca nelle tre regioni meridionali e più esattamente la Sicilia con 303.066 ettari; la Puglia con 176.998 e la Calabria con 160.164 ettari, con un totale che costituisce il 46% della superficie coltivata a biologico a livello nazionale. Entrando ancor più nello specifico, si scopre che in Calabria le superfici biologiche rappresentano circa il 30% del totale, la Sicilia il 22% e il Lazio il 19%. In mezzo a questi numeri positivi, compare però qualche elemento di preoccupazione determinato dall’aumento delle importazioni di prodotto biologico proveniente da Paesi terzi. In Italia, le quantità di prodotto biologico crescono di oltre il 47% rispetto al 2013. Si ricorre soprattutto a cereali biologici di provenienza estera con una quota di quasi 40mila tonnellate, oltre che di colture industriali per circa 7.800 tonnellate: una crescita e una migliore strutturazione delle filiere biologiche nazionali, in particolare per questi due comparti, secondo l’analisi del Rapporto potrebbe garantire degli importanti sbocchi commerciali per il biologico made in Italy.