In merito all’inchiesta che negli ultimi giorni ha portato la Procura di Brescia ha iscrivere più di trenta persone nel registro degli indagati accusati di adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari perché avrebbero usato latte contaminato da aflatossine, il direttore generale del Consorzio del Grana Padano, Stefano Berni, in una nota informa che “non ci risulta che Grana Padano prodotto con latte contaminato sia arrivato sulle tavole dei consumatori perché è stato bloccato in magazzino, per cui i consumatori possono stare assolutamente tranquilli. Da questa vicenda – ha dichiarato – il Consorzio Grana Padano è il primo ad essere danneggiato. Un danno provocato da pochi soggetti che avrebbero voluto fare i furbi. Chiaro che nei loro confronti agiremo con rigore e fermezza. Noi abbiamo come principale mission la tutela del consumatore e da sempre ci battiamo per raggiungere questa finalità. In tal senso abbiamo sempre collaborato con le autorità sanitarie preposte alla sicurezza degli alimenti, e con tutti gli organismi deputati ai controlli, a cominciare dai Carabinieri dei Nas. Il consumatore e la sua tutela – ha precisato il direttore del Consorzio – sono e resteranno sempre il faro-guida delle azioni del Consorzio e anche questa solerte, tempestiva e lodevole iniziativa conferma che l’Italia è tra i primi Paesi al mondo, se non addirittura il primo, nella sicurezza alimentare. Il Consorzio ringrazia la Procura di Brescia, il Magistrato incaricato dottor Cassiani e i Nas per l’operazione di pulizia che stanno svolgendo e manifesta ogni disponibilità per colpire chi, consapevolmente, si è reso responsabile di questo reato”.
