∎ OSSERVATORIO AGRI&FOOD DI CREMONAFIERE Notiziario n. 88 del 05/04/2016

LATTE 1

Vola l’export del Parmigiano Reggiano, nel 2015 +13,2% con un forte incremento negli USA

Il 2015, per il Parmigiano Reggiano, è stato decisamente un anno da incorniciare per l’export del Re dei Formaggi italiani: in 12 mesi infatti, i flussi sono aumentati del 13,2%, il più importante aumento dell’ultimo decennio.
Lo rende noto il Consorzio di tutela in una nota in cui si evidenzia che la quota di prodotto destinato ai mercati internazionali è quindi salita al 35% del totale, collocandosi a 46.700 tonnellate, pari a 1.150.000 forme di formaggio. “In un solo anno – ha dichiarato Riccardo Deserti, direttore del Consorzio – abbiamo registrato un incremento di 130mila forme, con il prodotto grattugiato che ha fatto segnare un +15,4%. Un exploit che si è registrato nonostante il problema delle imitazioni e dei falsi in diversi Paesi extraeuropei e gli inganni che continuano a perpetuarsi soprattutto negli Usa, dove il ricorso ad elementi di italian sounding su confezioni di prodotto denominato Parmesan induce il 67% dei consumatori a ritenere di trovarsi di fronte a un autentico prodotto italiano. “L’orientamento dei consumatori verso prodotti di elevata qualità e assolutamente naturali, unitamente ai nuovi accordi con diverse primarie catene distributive e alle azioni di educazione al consumo messe in atto dal Consorzio – ha spiegato ancora Deserti – hanno generato questa crescita senza precedenti e superiore a molti altri prodotti del made in Italy di qualità. Gli spazi di crescita non mancano, ma non dobbiamo sottovalutare alcuni elementi congiunturali favorevoli che nel 2015 hanno pesato su questo rilevante aumento dell’export, soprattutto in relazione all’andamento del dollaro che ha reso decisamente conveniente l’acquisto di Parmigiano Reggiano”. Non a caso, proprio verso gli Usa si è registrato un aumento dell’export del 34%, con un invio di forme verso gli States pari a 225mila unità, tanto che oggi gli Stati Uniti si sono collocati al secondo posto della classifica dei Paesi importatori di Parmigiano Reggiano, scavalcando la Germania e collocandosi già a ridosso della Francia che resta in vetta alla graduatoria. Dopo la fase più acuta della crisi economica – continua il comunicato del Consorzio di tutela – che aveva determinato un sensibile calo dei flussi, anche la Grecia è tornata a crescere a doppia cifra con un +15%, collocandosi, per percentuale di aumento, alle spalle dell’Olanda, +20% e della Spagna, +18%.

 

LATTE 2

Pecorino Toscano Dop, bene quotazioni e mercato
Pecorino Romano Dop, prezzi stressati da troppa produzione

Pecorino Toscano Dop e Pecorino Romano Dop. Due eccellenze del settore lattiero caseario italiano ma che si trovano a fronteggiare situazioni differenti. Partiamo dal primo che anche nel 2015 ha confermato il suo ottimo stato di salute, producendo un giro d’affari di circa 50 milioni di euro con oltre 1 milione e 100mila forme vendute su un totale di 1.361mila prodotte. Il fatturato dell’export ha coperto un quinto del totale e l’Europa ha rappresentato il maggior mercato con una quota di 50,76%. A seguire si posizionano l’America (39,04%), l’Oceania e l’Asia. All’interno dell’Europa è il Regno Unito il Paese che si aggiudica il primato di maggior importatore di Pecorino Toscano Dop, seguito da Belgio, Polonia e Germania. L’export, nel 2015, ha incassato un aumento del 17,17%, mentre la produzione ha segnato un incremento del 2,52%. Quindici i caseifici che producono il Pecorino Toscano Dop, a cui conferiscono 870 allevatori per un totale di 17 milioni e 543mila litri di latte. Diverso invece il discorso per il Pecorino Romano Dop che a causa di un aumento della produzione, passata da 341.170 quintali del periodo 2013-2014 a 301.650 del 2014-2015, a cui si aggiunge la previsione di un ulteriore incremento del 25% per la campagna in corso, pari a circa 380mila quintali, rischia di vedere crollare i prezzi a causa di un’offerta che il mercato non riesce ad assorbire. Secondo il presidente regionale di Copagri Sardegna, Ignazio Cirronis, i problemi saranno legati anche allo stoccaggio. Numeri alla mano, su 250mila quintali di prodotto stagionato, 137mila quintali sarebbero destinati agli Usa, 51mila alla Ue, 50mila all’Italia e i restanti 12mila ad altre zone. La produzione in esubero ha già creato problemi, tant’è vero che il prezzo di vendita è notevolmente calato assestandosi, oggi, a 8.20euro/kg, ben lontano dal prezzo storico di 9,50euro/kg. Sia il Consorzio di tutela che Copagri Sardegna auspicano una chiusura anticipata della campagna lattiero-casearia del Pecorino per contenerne la produzione e favorire il dirottamento di partite di latte ovino verso mercati extra-regionali.

 

LATTE 3

Il sostegno del Mipaaf agli allevatori di vacche da latte

“Per superare questa fase molto complicata che sta pesando sugli allevatori non possiamo che schierarci al loro fianco”. Così il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, all’indomani della scadenza dei contratti di fornitura del latte che l’industria ha deciso unilateralmente di non rinnovare, costringendo gli allevatori a cercare collocazioni di emergenza per un prodotto che, come il latte, non può certo essere stoccato. In un comunicato diramato il 2 aprile scorso, il ministro Martina ricorda che “l’equa remunerazione degli sforzi degli allevatori è una nostra priorità fin dall’inizio del mandato. Dall’Europa ci aspettiamo risposte molto più concrete e intanto portiamo avanti il Piano nazionale per il settore. Proprio in questi giorni Agea sta pagando 21 milioni di euro di aiuti straordinari per 25mila allevatori; abbiamo tagliato le tasse del 25%, aumentato la compensazione Iva al 10% e siamo riusciti a chiudere l’accordo con l’Abi per la moratoria di 30 mesi dei mutui delle aziende lattiere. Oggi, in attuazione del nostro accordo di filiera, anche la Grande distribuzione interviene. L’iniziativa straordinaria di promozione del latte per i mesi di aprile e maggio con il mondo della Gdo – ha continuato il ministro – è un ulteriore tassello di questo lavoro che stiamo conducendo ogni giorno a sostegno dei nostri allevatori e dei prodotti lattiero-caseari di qualità del nostro Paese. Abbiamo davanti due mesi importanti per informare bene i cittadini delle qualità anche nutrizionali del latte e per spingere una ripresa dei consumi di una delle nostre eccellenze agroalimentari. Non mancano, in una situazione di emergenza come quella di questi giorni, le iniziative concrete che alcuni operatori, in particolare del mondo cooperativo, stanno mettendo in atto aumentando le quantità di acquisti di latte italiano. Realtà come Granarolo, con cui stiamo collaborando proficuamente, che ha deciso di aumentare di 6 milioni di quintali il suo approvvigionamento di latte italiano, ma anche interventi come quelli di Virglio a Mantova e Plac a Cremona. E’ necessario tuttavia – ha concluso nel comunicato Martina – che questi sforzi non rimangano casi isolati ma si allarghino alle prossime ore ad altre realtà. Penso in particolare all’industria italiana che può fare decisamente molto”.

 

ALIMENTAZIONE ZOOTECNICA

La Fda ha pubblicato una Guida sulla sicurezza dei mangimi

Il Centro di medicina veterinaria della Fda (Food and drug administration) ha pubblicato le linee guida sulla sicurezza dei mangimi. Il documento, “Guidance for industry – ensuring safety of animal feed maintained & fed on-farm” intende aiutare gli allevatori a essere certi di nutrire gli animali con alimenti sicuri. La notizia è stata diffusa in questi giorni dalla settimanale newsletter Mangimi&Alimenti. La guida si applica a tutti i mangimi prodotti per gli animali da allevamento e in particolare riguarda non solo i mangimi industriali, ma anche quelli realizzati all’interno delle aziende agricole e prende in considerazione sia i prodotti consumati dagli animali durante il pascolo, in campo aperto e nell’allevamento a terra. La Fda precisa che queste guide non stabiliscono responsabilità giuridicamente vincolanti, ma descrivono l’orientamento dell’agenzia su determinati argomenti e devono essere considerate alla stregua di “raccomandazioni”, tranne nel caso in cui si faccia esplicito riferimento a requisiti normativi o ad articoli di legge. In questo caso, la guida descrive le principali misure da adottare per mantenere in sicurezza tutti i mangimi destinati all’alimentazione animale. Il documento, in particolare, raccomanda i metodi più adatti per acquisire mangimi sicuri e per conservarne l’integrità fino al momento dell’utilizzo.