∎ OSSERVATORIO AGRI&FOOD DI CREMONAFIERE Notiziario n. 89 del 29/04/2016 a cura dell’Ufficio Comunicazione di CremonaFiere.


LATTE
Il Consorzio del Parmigiano Reggiano
ha approvato il Piano produttivo

Nei giorni scorsi l’assemblea dei soci del Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano ha approvato il Piano di regolazione dell’offerta che sostituirà quello in scadenza alla fine del 2016. I voti favorevoli sono stati 291, 65 gli astenuti e uno solo contrario. “Il punto di partenza – ha spiegato durante l’assemblea il vicepresidente vicario Adolfo Filippini – è rappresentato dall’equilibrio tra la quota comprensoriale di riferimento e le quote latte assegnate lo scorso anno direttamente ai produttori, meccanismo che non solo ha consentito di fissare con chiarezza i livelli produttivi in capo al singolo allevatore, ma soprattutto di generare un nuovo valore reale per gli appartenenti alla filiera del Parmigiano a seguito della cessazione del regime europeo sulle quote latte, che ha azzerato ogni possibilità di scambio e di cessione remunerata per quelle stesse quote”. Il nuovo Piano prende a riferimento 17.550.000 quintali di latte trasformabile nel comprensorio, garantendo però uno spazio di crescita fino al limite massimo di 18.250.000 quintali di latte, corrispondenti all’ammontare complessivo delle quote latte assegnate agli allevatori. I produttori che rispetteranno la quota assegnata non saranno assoggettati ad alcuna contribuzione aggiuntiva, che invece scatterà modularmente in relazione allo “sforamento” partendo da 5 euro per quintale latte sino al 3% di esubero per arrivare sino a 20 euro nel caso in cui la quota eccedente superi il 9%. Oltre alle compensazioni favorevoli alla montagna, un occhio di riguardo è riservato ai giovani, che nel caso di primo insediamento per tre anni usufruiranno di sconti proprio sulle contribuzioni aggiuntive legate ad eventuali produzioni in eccesso. Dopo l’approvazione dell’Assemblea, il Piano passa ora al vaglio dei singoli produttori, che entro il 31 maggio dovranno singolarmente aderire in misura non inferiore al 66%, quota indispensabile affinchè il Piano vada in porto e possa essere approvato entro l’anno dal ministero delle Politiche agricole. Nell’ipotesi peraltro remota in cui i produttori non aderissero, cesserebbe ogni possibilità di programmazione e a quel punto anche le quote individuali perderebbero ogni efficacia. L’Assemblea del Parmigiano Reggiano ha anche approvato il bilancio 2015 – 21,247 milioni di euro di ricavi e 42.000 di utile – che ha registrato un significativo incremento degli investimenti in comunicazione sul mercato interno: +1,2 milioni di euro anche in coincidenza con Expo per una cifra complessiva di 6,3 milioni, a azioni sull’estero per un importo vicino ai 4 milioni, con le più forti azioni sugli Usa (che hanno chiuso il 2015 con un +35%), Giappone, Francia (primo mercato) e Germania, slittata al terzo posto e superata proprio dagli Stati Uniti.


SUINI

A marzo la redditività degli allevatori tira il fiato,
ma le quotazioni restano ancora basse

A marzo le quotazioni dei suini da macello sono salite, rispetto a febbraio. Lo riporta la newsletter mensile di Crefis (Centro ricerche economiche sulle filiere suinicole) che evidenzia il prezzo di 1,255euro/kg quotato al mercato di Modena. Secondo il Centro ricerche però, si è trattato di un recupero nei confronti delle ancor più ridotte quotazioni precedenti, tant’è vero che rispetto al mese di marzo 2015 la variazione è ancora negativa: -6,8%. L’incremento dei prezzi dei capi vivi, insieme a un calo dei costi per l’alimentazione, ha favorito il lieve aumento della redditività dei produttori: +0,5% rispetto a febbraio, che rimane però inferiore del 5% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Stabili, sempre a marzo, rispetto al mese precedente le quotazioni delle cosce fresche pesanti per crudo Dop, che alla Cun quotano 4,390euro/kg (+0,1%). Si tratta peraltro di prezzi non disprezzabili per i macellatori, visto che rispetto all’anno scorso le quotazioni sono cresciute del 10,9%. Discorso analogo per le cosce fresche pesanti per prodotti generici: prezzi invariati a 3,430euro/kg rispetto a febbraio ma in aumento del 12,1% su base tendenziale. Il buon momento del mercato dei lombi ha trascinato al rialzo la redditività della macellazione, Crefis fissa a +2,4% rispetto a febbraio e a +10,6% rispetto a marzo 2015. Rimane stabile il mercato del Prosciutto di Parma Dop stagionato che nella tipologia pesante ha quotato a marzo 8,900euro/kg. Prezzi decisamente più elevati rispetto al 2015, tanto che la variazione tendenziale segna +20,2%. Fermo a 11,850euro/kg anche il prezzo del prosciutto di San Daniele: +8,7% la variazione tendenziale. Lo stallo registrato a marzo dei prezzi dei prosciutti, rispetto a febbraio, unitamente ai costi sostenuti lo scorso anno per l’acquisto delle cosce fresche hanno determinato la riduzione della redditività nella fase di stagionatura. L’indice Crefis segna infatti -2,5% per il Parma Dop pesante e -5,6% per i prosciutti generici. Per il “Parma” risulta però molto positiva la variazione tendenziale (+18%) mentre è in discesa (-3,4%) per i prosciutti non tutelati. E’ infine importante rimarcare la conferma di un forte gap positivo tra la redditività del Prosciutto di parma e quella dei prodotti generici: +23%.


SALUMERIA ITALIANA
I prodotti Italiani piacciono
e l’export continua la sua corsa a due cifre

L’export registrato nel 2015 per i salumi italiani ha incassato un aumento a due cifre. Lo rende noto Assica (Associazione industriali delle carni e dei salumi) elaborando i dati Istat in base ai quali l’incremento è stato di un +10,7% raggiungendo un totale di 165.250 tonnellate di prodotto che ha varcato i confini nazionali, per un fatturato di 1,352 miliardi di euro (+7,1%). Anche l’import, nel corso del 2015 ha mostrato un trend positivo in quantità: +5,2% per 51.410 tonnellate, con una flessione però, in termini di fatturato, del 3,6% per 187,1 milioni di euro. Grazie a questa dinamica il saldo commerciale del settore ha registrato un ulteriore importante incremento del 9,1% per oltre 1,1 miliardi di euro. Le esportazioni del settore, in termini di fatturato, hanno mostrato un passo più veloce rispetto all’industria alimentare (+6,7%) e decisamente più brillante di quello complessivo del Paese che ha chiuso l’anno con un +3,9%. Nello specifico, nel 2015 hanno brillato i prosciutti crudi stagionati. Gli invii di prodotti con e senza osso, insieme a coppe, culatelli e speck, hanno evidenziato un +8,8% in quantità per oltre 68.430 tonnellate e 7,7% in valore per 711 milioni di euro. Risultato positivo anche per le esportazioni di mortadella e wurstel che dopo un inizio d’anno difficile e un lento recupero nella parte centrale del 2015 hanno chiuso l’anno con un +3,3% in quantità e con un +2,4% in valore. Trend molto dinamico anche per le esportazioni di salami, arrivate a quota 28.170 tonnellate (+10,3%) per circa 264 milioni di euro (+3,9%). Ottime le performance del prosciutto cotto che ha incassato un +44,5% in quantità per circa 20.400 tonnellate e +23,5% in valore per 121,3 milioni di euro. Una performance straordinaria determinata dall’eccezionale aumento degli invii verso la Spagna, ma che anche al netto di questo risultato rimane solida e robusta grazie agli incrementi nella domanda di tutti i principali partner europei. Andamento positivo anche per gli invii della pancetta stagionata: dopo tre trimestri complessi l’export di questa categoria ha chiuso l’anno 2015 con un +11,5% in quantità per 4.900 tonnellate e un +1,6% in valore per 33,9 milioni di euro.


ETICHETATTURA

No al “semaforo” inglese,
la soddisfazione di Paolo De Castro

Il voto in Plenaria a favore dell’eliminazione dei profili nutrizionali è stato un segnale forte alla Commissione per quanto riguarda qualsiasi forma di sistema di etichettatura sul genere del semaforo inglese”. E’ questa la dichiarazione di Paolo De Castro, europarlamentare, dopo che nei giorni scorsi, a Strasburgo si è votato sul paragrafo 47 del Programma di controllo relativo all’adeguatezza e all’efficacia della regolamentazione europea che contiene indicazioni per la Commissione di eliminare il concetto dei cosiddetti profili nutrizionali. “Le informazioni nutrizionali per i consumatori – spiega in una nota De Castro – devono essere corrette e trasparenti e in alcun modo fuorvianti o condizionanti come lo sono ad esempio quelle percepite dai consumatori inglesi attraverso il sistema di etichettatura a semaforo. L’indicazione dei profili nutrizionali non ha alcun fondamento scientifico, anzi. In base all’indicazione dei contenuti di grassi, sale e zucchero si rischia di creare una lista di alimenti catalogati in buoni o cattivi, cosa profondamente sbagliata non essendo gli alimenti presi singolarmente ad essere dannosi, ma le diete in cui vengono inseriti. Inoltre – ha concluso De Castro – come segnalato dall’esperienza nei supermercati inglesi questo sistema costituisce una penalizzazione anche a livello economico per molti dei nostri prodotti e in particolare di quelli tipici con marchio di qualità”.


Flash dall’agroalimentare nazionale e internazionale


Confagricoltura: più dei “semafori” serve educazione al consumatore

Estendere agli altri Paesi dell’Unione europea il sistema inglese delle etichette a semaforo è improponibile, inaccettabile e soprattutto contrario ai regolamenti comunitari. Ringraziamo i parlamentari europei di aver dato un segnale preciso sulla necessità di rivedere il Regolamento sui profili nutrizionali in un’ottica di corretta informazione al consumatore a cui ora la Commissione dovrà attenersi. Sollecitiamo anche la Gran Bretagna a conformarsi alle disposizioni comunitarie”. E’ questo il commento di Confagricoltura alla notizia che l’Europarlamento ha chiesto di rimettere in discussione il fondamento scientifico dei profili nutrizionali. “Non è con i semafori che si fa una corretta informazione alimentare – ha concluso Confagricoltura – occorrono piuttosto adeguate iniziative che educhino il consumatore”. LEGGI DI PIU’


Quotazioni in caduta libera, i prezzi agricoli non risalgono

Crollano i prezzi nelle campagne italiane: dal -28% del grano duro al -29% delle fragole; dal -44% delle arance al -51% dei pomodori in serra. Tutte riduzioni rispetto al mese di marzo 2015. E non va nemmeno bene nelle stalle, dove i compensi degli allevatori non coprono più nemmeno i costi di produzione. Le percentuali derivano da un’analisi di Coldiretti elaborata a seguito della diffusione dei dati Istat sull’inflazione a marzo sulla base delle rilevazioni Ismea effettuate nell’ultima settimana di marzo. Se sullo scaffale per i consumatori i prezzi sono solo in leggera flessione o praticamente stabili a un -0,3%, sottolinea l’organizzazione agricola, nelle campagne la situazione è drammatica con il crollo delle quotazioni su livelli insostenibili. LEGGI DI PIU’


La programmazione produttiva premia,

ottimo il bilancio 2015 per l’Asiago Dop

E’ stato approvato dall’Assemblea dei soci del Consorzio di tutela del Formaggio Asiago il bilancio 2015, che ha chiuso con un dato positivo e che conferma l’importanza di poter programmare l’offerta in linea con la domanda del mercato. In leggera crescita la produzione (+1%), ma soprattutto in rafforzamento l’export che tocca i massimi storici e raggiunge le 1.690 tonnellate di prodotto, cioè il +6,5% di vendite a volume rispetto al 2014 e una performance pari a +66% negli ultimi sei anni. Il 2015 è stato il primo anno in cui è stato applicato pienamente il Piano di regolazione dell’offerta. Le forme di Asiago Fresco prodotte sono state 1.377.327 (+1,6% rispetto al 2014) e 265.041 quelle di Asiago Stagionato (-1,9% sul 2014) per un totale di 1,642.368 forme. Il principale mercato estero sono stati gli Usa che hanno aumentato la quota di Asiago importata di quasi il 13%. Seguono la Svizzera e Germania, Austria, Belgioi, senza dimenticare il significativo apprezzamento dimostrato dall’Australia che ha quasi raddoppiato le importazioni. 


I cittadini europei consumano più carne di maiale

Tra il 2011 e il 2013 il consumo pro-capite di carne di maiale, in Europa, ha registrato una diminuzione, ma i dati relativi al 2014-2015 hanno rivelato che la tendenza si è invertita e il consumo è cresciuto di circa 1 kg. Lo afferma l’associazione britannica AHDB Pork. Mediamente un cittadino comunitario, nel 2015, ha consumato circa 40,9kg di carne di maiale. Tuttavia le forniture hanno continuato a superare la domanda. Questo significa che il tasso di autosufficienza è aumentato dal 110% al 112% e che l’Europa sta producendo il 12% di carne di maiale in più di quanto ne consuma. I dati registrati suggeriscono che una quantità maggiore è stata indirizzata al settore ristorazione ed è legata al maggior consumo di prodotti trasformati. LEGGI DI PIU’


Continua la crisi della suinicoltura europea

Secondo gli esperti degli Stati membri, l’andamento dei prezzi per le carcasse suine di Classe R (Classe E per l’Europa) si manterrà sotto il livello dello scorso anno ancora per alcuni mesi. Lo rende noto l’Anas (Associazione nazionale allevatori suini) che ricorda come la previsione di questa sfavorevole tendenza sia prevista in Germania a partire dal terzo trimestre dell’anno. Successivamente l’andamento dovrebbe consolidarsi: nel quarto trimestre in quasi tutti i Paesi Ue è atteso un miglioramento rispetto allo stesso periodo del 2015. In buona sostanza, permane una situazione di criticità per il mercato suinicolo comunitario e per questo non è escluso un nuovo ricorso all’ammasso privato. Prosegue inoltre l’impegno della Commissione per promuovere negoziati commerciali con i Paesi Terzi per aprire nuovi mercati di sbocco per l’esportazione dei prodotti comunitari e risolvere il blocco commerciale con la Russia. LEGGI DI PIU’


Ok ai fondi di mutualizzazione in agricoltura

La Conferenza Stato-Regioni ha approvato il decreto del Mipaaf per il riconoscimento, la costituzione e la gestione dei fondi di mutualizzazione in agricoltura che potranno beneficiare dei sostegni previsti nell’ambìto del Programma di sviluppo rurale nazionale fino al 2020. In particolare, il decreto identifica i soggetti che possono costituire e gestire i fondi di mutualizzazione, definisce i requisiti minimi per il riconoscimento da parte dell’Autorità competente e stabilisce le regole per l’adesione degli agricoltori, il riconoscimento delle compensazioni finanziarie e la gestione del patrimonio dei fondi. Relativamente alle polizze agevolate, è stato ultimato il processo di semplificazione del Piano assicurativo individuale. LEGGI DI PIU’


Un opuscolo su competenze e responsabilità per il benessere animale

Il ministero della Salute ha pubblicato sul suo sito l’opuscolo “Norme nazionali sulla protezione degli animali negli allevamenti. Competenze e responsabilità”. Il documento ribadisce che la protezione degli animali negli allevamenti è sancita dalle leggi nazionali e internazionali e indica le competenze e le responsabilità degli organi e delle figure che devono occuparsene. Si tratta del ministero della Salute; delle Regioni e delle Provincie autonome; dei veterinari dell’Asl; dei veterinari liberi professionisti; degli allevatori. LEGGI DI PIU’


Burro e formaggi Ue, l’export prende il volo

Nel bimestre gennaio-febbraio 2016 le esportazioni di burro e formaggio dalla Ue hanno registrato un forte incremento. Gli aumenti in volume sono stati di +44,9% per il burro; +19% per la polvere di siero; + 17,6% per i formaggi; +9,3% per la polvere di latte scremato e +0,8% per la polvere di latte intero. In diminuzione le esportazioni di latte per l’infanzia (-3,3%) e di latte condensato (-6,7%). Le principali aree geografiche di destinazione sono state l’America del Nord (+9,7%); il Sud-Est Asiatico (+28,1%); il Medio oriente (+18,9%), i Paesi europei extra Ue (+1,4%). L’unica diminuzione è stata registrata per le esportazioni verso l’Africa che hanno registrato un -13,2%. LEGGI DI PIU’