CONSUMO DEL SUOLO
Ok della Camera alla Legge per il contenimento
La Camera dei Deputati ha dato il primo via libera al disegno di legge sul contenimento del consumo del suolo e il riuso di quello edificato. Lo rende noto il ministero per le Politiche agricole con un comunicato. La decisione è del 12 maggio scorso. Il testo, in linea con gli obiettivi della Ue di azzerare entro il 2050 il consumo del suolo, punta a valorizzare e proteggere il territorio con particolare attenzione alle superfici agricole e alle aree sottoposte a tutela paesaggistica per promuovere e salvaguardare l’attività agricola, il paesaggio e l’ambiente contenendo i consumi e limitando il rischio idrogeologico. Vengono fissati inoltre i criteri del riuso del suolo edificato e della rigenerazione urbana.
Più nel dettaglio, la Legge prevede che per la prima volta si definisca il consumo di suolo nell’ordinamento italiano e che venga consentito esclusivamente nei casi in cui non esistano alternative di riuso e rigenerazione delle aree già urbanizzate. Inoltre, presso il Mipaaf, viene prevista l’istituzione di un registro dove sono iscritti i Comuni che hanno adeguato i propri strumenti urbanistici a quanto stabilito dalle Regioni e dalle Province autonome di Trento e Bolzano in ordine alla riduzione quantitativa di consumo di suolo e ai criteri e modalità da rispettare nella pianificazione urbanistica comunale e nei quali non è previsto consumo di suolo agricolo o ne è prevista la riduzione superiore alla quantità definita dalla Regione di appartenenza. Dagli anni Settanta la superficie coltivata in Italia è diminuita del 28%; negli ultimi 30 la superficie agricola perduta è stata pari a 5 milioni di ettari, che significano oltre 80 campi da calcio al giorno e a una superficie equivalente a Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna messe insieme. L’autoapprovvigionamento alimentare attuale è dell’80-85%, mentre dal 1950 a oggi la popolazione è cresciuta del 28% e la cementificazione del 166%. Questa continua perdita di terreno agricolo ha determinato per il nostro Paese la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di risorse alimentari. Secondo l’Istat, la Pianura Padana, vale a dire l’area agricola più vasta e produttiva della penisola italiana, ha una percentuale media di superfici edificate pari al 16,4% del territorio; nella classifica delle regioni per così dire più consumate, secondo i dati dell’Ispra aggiornati al 2015 al primo posto si collocano la Lombardia e il Veneto con circa il 10%. Monza e la Brianza sono ai vertici delle province più cementificate. I comuni delle provincie di Napoli, Caserta, Milano e Torino oltrepassano il 50% raggiungendo in alcuni casi anche il 60%.
LATTE
Parmigiano Reggiano, è Alessandro Bezzi il nuovo presidente del Consorzio
Il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha un nuovo presidente. E’ Alessandro Bezzi, titolare della Latteria sociale Centro Rubbianino di Reggio Emilia. La sua elezione è avvenuta all’unanimità nell’ambìto del Consiglio di amministrazione dell’ente di tutela a poco più di un mese di distanza dalle dimissioni dall’incarico di Giuseppe Alai, per 10 anni al vertice del Consorzio. Bezzi è anche vicepresidente nazionale del settore lattiero-caseario di Fedagri/Confcooperative e continuerà ad essere affiancato alla vicepresidenza del Consorzio del Parmigiano Reggiano da Adolfo Filippini, Piero Maria Gattoni e Monica Venturini. Il neopresidente guiderà l’ente di tutela sino al rinnovo del Consiglio previsto nella primavera 2017 da parte dell’Assemblea dei consorziati che poche settimane fa ha approvato il nuovo Piano di regolazione dell’offerta per il triennio 2017-2019. “Questo sarà il nostro primo punto di riferimento – ha sottolineato Bezzi – per mantenere un indispensabile equilibrio tra un’ordinata gestione dei flussi produttivi e la domanda interna e internazionale perché è principalmente a questo che si lega la possibilità della valorizzazione di un’eccellenza che si traduca in reddito reale per i produttori, che solo dopo 18 mesi di crisi hanno visto un apprezzabile rialzo delle quotazioni. Contestualmente rafforzeremo ulteriormente le azioni su quei mercati esteri che nel 2015 hanno registrato una crescita complessiva eccezionale, pari al 13,2% (+34% negli USA) anche in virtù di elementi straordinari sui quali occorre puntare per innestare azioni che stabilmente garantiscano comunque un’espansione. Insieme a questi elementi – ha concluso Bezzi – i nostri obiettivi primari restano la qualità assoluta del prodotto, la sua tracciabilità, le azioni di vigilanza dagli allevamenti ai punti vendita, unitamente allo sviluppo di quel Progetto Qualità che riguarda le aree di montagna ed è finalizzato alla migliore valorizzazione di una produzione rispetto alla quale non esistono sostanziali alternative in zone che scontano anche più alti costi produttivi”.
SUINI
Aprile negativo per la redditività degli allevatori
Nella mensile analisi condotta da Crefis (Centro ricerche economiche sulle filiere suinicole) emerge che ad aprile l’andamento dei prezzi dei suini da macello è stato negativo. La quotazione di Modena, 1,223euro/kg, ha di fatto incassato un -1,4% rispetto a marzo, che se paragonato ad aprile 2015 arriva addirittura a -8,4%. I mercati in discesa hanno quindi deteriorato la redditività dell’allevamento, che Crefis fissa a -2% su base congiunturale e a -7,1% su base tendenziale. Anche la fase di macellazione ha registrato ad aprile una flessione della redditività, -4%, anche se rimane positiva rispetto ad aprile 2015: +5,5%. Tra i fattori che hanno compromesso la performance economica di aprile c’è stato il forte calo dei prezzi dei tagli freschi e in particolare dei lombi taglio Modena che alla Cun sono scesi del 12,7% rispetto a marzo, ma del 17,2% rispetto ad aprile di un anno fa. Stabili invece i prezzi delle cosce fresche pesanti da destinare alla trasformazione in prosciutto crudo Dop; analogo è stato l’andamento per le cosce fresche da destinare al prosciutto crudo generico. Stabile, sempre ad aprile, il prezzo del prosciutto di Parma stagionato da 9-11 kg. fermo a 8,900euro/kg: quotazione elevata rispetto allo stesso mese del 2015 tanto che la variazione tendenziale segna un +19,1%. La redditività della fase di stagionatura del Parma Dop pesante ha invece incassato una lieve flessione, -0.9%, anche se va segnalato il forte miglioramento tendenziale rispetto ad aprile 2015 che l’indice Crefis fissa a +16,2%. E’ andata peggio per i prosciutti pesanti non tutelati, -3,8% su base congiunturale e -9.8% su base tendenziale con la conseguenza che, sempre ad aprile, la redditività del Prosciutto di Parma è stata sensibilmente superiore rispetto a quella dei prosciutti generici con un differenziale che, nel caso dei prodotti pesanti, ha raggiunto il 27%. Positivo infine l’andamento del commercio estero che continua il suo lento miglioramento rispetto ad aprile 2015 sia per una forte riduzione delle importazioni: -9,5 in valore e -6,3% in quantità a gennaio 2016 su gennaio 2015, che per un aumento delle esportazioni: +3% in valore e +10% in quantità.
ETICHETTATURA
I deputati europei chiedono l’indicazione obbligatoria
In una risoluzione non vincolante votata giovedì 12 maggio, i deputati europei hanno ribadito che l’indicazione del Paese di origine per tutti i prodotti trasformati a base di carne e per il latte dovrebbe essere riportata obbligatoriamente in etichetta, in questo modo si renderebbe più trasparente la catena di approvvigionamento alimentare favorendo il mantenimento della fiducia dei consumatori. La nota arriva direttamente dal Parlamento europeo che in un comunicato sottolinea la necessità di indicare il Paese di origine o del luogo di provenienza per tutti i tipi di latte, per i prodotti lattiero-caseari e per quelli a base di carne, richiedendo alla Commissione e agli Stati membri di valutare la possibilità di estendere l’indicazione obbligatoria del Paese di origine ad altri prodotti alimentari mono-ingrediente e con un ingrediente prevalente. Il testo è stato approvato con 422 voti favorevoli, 159 contrari e 68 astensioni. I deputati hanno evidenziato che, secondo i dati emersi da un sondaggio Eurobarometro del 2013, l’84% dei cittadini europei ritiene necessario indicare l’origine del latte; l’88% considera questo tipo di etichettatura necessaria per la carne con l’esclusione di quelle di manzo, di suino, di ovi-caprini e di pollame già coperte da questo provvedimento; mentre più del 90% ritiene che l’etichettatura è importante per gli alimenti trasformati. Secondo la relazione della Commissione, i deputati europei hanno rilevato che i costi operativi dell’indicazione obbligatoria del Paese d’origine sull’etichetta per le carni contemplate dallo studio sarebbero relativamente ridotti.
Flash dall’agroalimentare nazionale e internazionale
Per Confagricoltura le misure Ue anti-Xylella vanno bene
A parere di Confagricoltura le conclusioni dell’avvocato generale della Corte Ue, Yves Bot, sulla validità delle misure Ue anti-Xylella che l’Italia ha applicato in Puglia, compresa l’eradicazione delle piante, sono importanti. “L’emergenza legata alla diffusione della Xylella – sottolinea Confagricoltura in una nota – deve essere risolta e tutti i protagonisti devono responsabilmente svolgere la propria parte, non è più il tempo di ipotesi alternative. Occorre andare nella direzione dell’eradicazione di questo parassita per tutelare la nostra olivicoltura e la nostra agricoltura; venir meno agli obblighi della normativa danneggia tutti, favorisce l’espandersi della fitopatia, come già accaduto con l’allargamento della zona infetta”. (Fonte: www.confagricoltura.it) (clicca qui)
Glifosato, sugli effetti occorrono informazioni più chiare
Serve fare al più presto chiarezza sugli effetti del glifosato a tutela dei cittadini e degli agricoltori che sono disorientati dal rincorrersi di annunci discordanti. Lo afferma il presidente Coldiretti, Roberto Moncalvo, commentando l’annuncio di Fao e Oms al termine di un meeting di esperti sul fatto che “è improbabile che l’assunzione di glifosato attraverso la dieta sia cancerogena per l’uomo poiché la grande maggioranza delle prove scientifiche indica che la somministrazione di glifosato e di prodotti derivati a dosi fino a 2000 mg per chilo di peso per via orale, la più rilevante per l’esposizione con la dieta, non è associata ad effetti genotossici nella stragrande maggioranza degli studi condotti su mammiferi”. (Fonte: www.coldiretti.it) (clicca qui)
Continua il trend positivo dell’export agroalimentare made in Italy
In un quadro di flessione generalizzata, l’agroalimentare italiano si muove in controtendenza e registra un incremento dell’export del 2% segnando performance positive sia nell’area Euro che sul mercato Usa. Lo afferma in una nota la Cia (Confederazione italiana agricoltori) commentando i dati Istat diffusi il 17 maggio scorso. Con un valore superiore ai 5,9 miliardi di euro, si legge nel comunicato, lo sbocco comunitario continua a rappresentare la principale méta delle esportazioni nazionali mentre, in termini di crescita tendenziale, è il mercato Usa a far registrare una delle performance trimestrali più significative (+4,4% per i prodotti alimentari e +23% per quelli agricoli). Sul fronte Russo, nonostante una ripresa relativa delle esportazioni agricole nell’intervallo gennaio-marzo 2016, rispetto al periodo pre-embargo l’agroalimentare made in Italy si è più che dimezzato e ha perso circa 83 milioni di euro. (Fonte: www.cia.it) (clicca qui)
Mais e soia, l’Usda prevede una produzione mondiale in crescita
Il Dipartimento per l’Agricoltura Statunitense ha presentato le stime relative alla produzione 2016-17 di mais e soia. La produzione globale di mais è prevista a 1011 milioni di tonnellate, in aumento del 4,4% rispetto alla stagione in corso che terminerà il 31 agosto prossimo. I maggiori raccolti sono attesi negli Stati Uniti (+6,1%), in SudAfrica, nell’Unione europea, in Argentina, in Russia e in Ucraina. Anche la produzione di soia dovrebbe aumentare (+2,6%) rispetto alla campagna in corso che a differenza di quella del mais terminerà il 30 settembre prossimo: si stima che il raccolto globale sfiorerà i 324 milioni di tonnellate. In Cina, che rappresenta il secondo produttore mondiale di mais, la produzione per la nuova stagione è invece prevista in diminuzione, contrariamente ai consumi che sono visti in aumento. La riduzione degli incentivi per le piantagioni di mais ha però favorito un aumento della produzione di soia di cui la Cina è principale Paese importatore. (Fonte: www.clal.it) (clicca qui)
Grano, nel 2016 l’Argentina aumenterà la produzione
Nel 2016 la produzione di grano in Argentina dovrebbe raggiungere i 16 milioni di tonnellate, una quantità sufficiente per destinare alle esportazioni 8,7 milioni di tonnellate di prodotto, la maggior parte verso il Brasile. Secondo la società di consulenza Trigo & Farinhas questo è il primo anno in cui le superfici destinate alla semina del cereale sono aumentate dopo che per diversi anni la produzione di grano argentino ha registrato una contrazione. In Brasile invece la produzione dovrebbe registrare una battuta d’arresto a causa delle forti piogge che hanno danneggiato il raccolto negli ultimi due anni e che hanno spinto gli agricoltori a ridurre le superfici destinate alla semina del cereale. (Fonte: www.mangimiealimenti.it) (clicca qui)
Ok degli Usa all’import di salumi toscani
Durante la prima settimana di maggio una delegazione delle Autorità federali americane dell’Usda, la Aphis, ha fatto tappa in Toscana con l’obiettivo di riconoscere alla regione lo stato di “regione indenne da Malattia Vescicolare Suina”. La visita ha valutato l’efficacia dei sistemi di controllo gestiti dalle Unità funzionali di sanità pubblica veterinaria e di sicurezza alimentare dei Dipartimenti di prevenzione. L’iniziativa rientra nel percorso già avviato dal ministero della Salute, dalla Regione Toscana e dalle aziende regionali per ottenere il riconoscimento americano. Nel corso dei 5 giorni della visita i funzionari Usa hanno ispezionato gli allevamenti suini, gli impianti di macellazione e di trasformazione. L’iter ha così permesso alla Toscana di ottenere il riconoscimento che permetterà alle sue aziende suinicole di esportare negli Stati Uniti le loro produzioni suine. (Fonte: www.3tre3.it) (clicca qui)
Ttip, i documenti riservati saranno consultabili al Mise
Il ministero per lo Sviluppo economico rende noto che a partire dal prossimo 30 maggio i parlamentari e i funzionari governativi potranno prendere visione dei documenti riservati relativi all’accordo di partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti, il Ttip, nella sala lettura istituita al Mise. Secondo il ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda, “gli accordi di libero scambio tra l’Europa, gli Stati Uniti e il Canada sono fondamentali e non si può rischiare di farli saltare per il voto negativo di uno dei Parlamenti dei Paesi membri”. Secondo il Ministro bisogna dare alla Commissione europea maggiore potere negoziale per portare a termine gli accordi perché “se saltano la politica commerciale dell’Europa è morta”. (Fonte: www.agrapress.it) (clicca qui)
Avicolo, nel Regno Unito l’impiego di antibiotici oggi è più responsabile
Il British poultry concil (Bpc) ha dichiarato che grazie al suo protocollo per l’utilizzo degli antibiotici è stato raggiunto un obiettivo molto importante per la riduzione e l’uso responsabile degli antibiotici nel settore avicolo.
Nel periodo 2012-15 gli antibiotici totali utilizzati dagli allevatori britannici che aderiscono allo schema sono diminuiti del 44%. Nello stesso periodo la produzione è aumentata del 5%, dato che ha permesso alla carne di pollo di rappresentare il 44% della produzione totale di carne nel Regno Unito. I membri del Bpc rappresentano il 90% della produzione di pollo, tacchino e carne di anatra. Quello avicolo è il primo settore zootecnico del Regno Unito a sperimentare un meccanismo di raccolta dei dati sull’uso degli antibiotici e a condividere le informazioni con il Veterinary Medicines Directorate. (Fonte: www.unaitalia.com) (clicca qui)