A CremonaFiere un ciclo di seminari dedicati alle aziende agro-zootecniche

Nel primo convegno a CremonaFiere la maiscoltura al centro dell’attenzione

Il mais è una materia prima sempre più strategica per la zootecnia italiana, ma tutta la sua filiera deve essere costantemente sostenuta e oggi anche rilanciata: è il segnale forte che è emerso dagli interventi che hanno dato vita al seminario sul tema che si è tenuto la settimana scorsa a CremonaFiere. Nelle regioni padane si concentra circa il 90% delle superfici coltivate a mais, ma anche il 70% del valore complessivo delle produzioni zootecniche alimentari di origine bovina, suina e avicola. Il mais è poi la base per l’alimentazione di tutto il nostro patrimonio zootecnico, imprescindibile quindi per quasi tutte le produzioni Dop simbolo del made in Italy alimentare nel mondo i cui disciplinari di produzione, infatti, ne prevedono l’utilizzo per almeno il 50% sotto forma di mangime.

Con l’incontro “Maiscoltura oggi: i mercati, la Pac e gli aspetti sanitari. Come orientarsi?”, organizzato in collaborazione con Libera Associazione Agricoltori Cremonesi, è in effetti entrato nel vivo il programma del ciclo di seminari di CremonaFiere dedicati alle aziende agro-zootecniche che si svilupperà ancora questa settimana con due appuntamenti, martedi 6 e giovedi 8 marzo, dedicati rispettivamente a suinicoltura ed energie rinnovabili.

“Le difficoltà di questa coltura sono evidenti ormai da alcuni anni – ha detto il presidente della Libera, Renzo Nolli – e gli agricoltori vedono un prezzo al limite della remuneratività. Oggi importiamo circa il 50% del nostro fabbisogno di mais con un grave squilibrio della bilancia commerciale: serve più attenzione per questa coltura, servono contratti di filiera in grado di riconoscere una specifica integrazione al reddito degli agricoltori”. Gabriele Canali, dell’Università Cattolica di Piacenza, è intervenuto guardando al futuro: bisognerà a suo parere lavorare sulla volatilità dei mercati e della gestione del rischio, e pensare a una Ocm unica in grado di aiutare i produttori ad aggregarsi e ad essere competitivi sui mercati. L’attuazione di nuove strategie è stato il fil rouge dei vari interventi, tra i quali anche quelli di Paola Battilani dell’Università Cattolica di Piacenza e di Dario Frisio dell’Università di Milano, che ha fornito uno spaccato aggiornato dell’andamento delle superficie destinate a mais in Italia e in Europa.

Il tema di raccordo di queste sessioni tecniche, “L’agricoltura italiana, un modello produttivo di eccellenza di fronte alle sfide dei mercati internazionali”, punta dritto a quello che è anche il focus delle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona: l’eccellenza della nostra agro-zootecnia e la sua capacità di imporsi nei mercati internazionali. La necessità di evolvere velocemente e in modo fortemente innovativo, spesso motivata anche dalla scarsa e altalenante premialità dei prezzi della produzione, ha generato una spinta costante al contenimento dei costi e all’innalzamento della qualità generando di conseguenza un evoluto know-how delle aziende della filiera agro-zootecnica che oggi le pone in posizioni di vertice in campo internazionale.

E’ questa la ragione che sta alla base della strategia di CremonaFiere di coagulare attorno a sé, lungo tutto l’arco dell’anno, tecnici ed accademici per favorire il trasferimento alle aziende agricole e zootecniche di tutte quelle innovazioni, quegli studi e ricerche che giorno dopo giorno vengono messi a punto in Italia e nel mondo e che rendono competitive e profittevoli le stesse aziende.

Nei prossimi mesi si terrà un calendario di appuntamenti d’alto livello insieme alle realtà più significative del settore, nel 2017 ad esempio: i seminari “Qualyfood” dell’Associazione Italiana dei Tecnologi Alimentari, il “Tavolo di Lavoro Lattiero-Caseario” dell’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano, di cui Cremona Fiere è partner attiva per la diffusione dei contenuti; un’attività volta a realizzare un’integrazione efficace fra tutti gli attori della filiera agroalimentare. L’agricoltura 4.0 e l’innovazione nel lattiero-caseario interessano un insieme di aziende con specificità molto forti: il tavolo dedicato al lattiero-caseario ha un baricentro radicato su Cremona proprio per la rappresentatività del territorio rispetto alla produzione di latte e l’esistenza della più vasta e rilevante community di professionisti dell’intera filiera.