Cremona Musica: lo strumento a disposizione del settore per affrontare l’attuale momento di flessione del mercato. Eccellenza degli strumenti, arte, cultura, internazionalizzazione fanno parte della formula vincente.
Dopo 3 giorni di fiera Cremona Musica ha registrato un trend decisamente positivo malgrado il 2018 abbia segnato una flessione per il mercato degli strumenti musicali in Italia, perché le vendite – per la prima volta dopo quattro anni di continua crescita – hanno registrato una riduzione rispetto all’anno precedente. È quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Osservatorio Dimamusica 2019 sul mercato degli strumenti musicali in Italia presentato a consuntivo di tre giorni dedicati interamente al settore durante Cremona Musica International Exhibitions and Festival. «Dalle indicazioni che stiamo valutando– ha commentato il Presidente CremonaFiere Roberto Zanchi-, Cremona Musica segna un forte aumento della domanda di qualità della musica. Il mercato deve rispondere a questa domanda anche con l’invenzione di diversi strumenti rinomati. Cremona aiuta il mercato facendo la sua parte, con le sue 170 botteghe di liutai e con questa manifestazione molto seguita che permette di avere una panoramica complessiva generale sulla qualità. Uno dei nostri obiettivi principali è la crescita dell’educazione musicale nelle scuole e ci auguriamo che lo studio della musica e degli stessi strumenti diventi sempre più importante. La presenza internazionale a questa manifestazione è sempre stata fondamentale per Cremona Musica. Siamo arrivati a oltre 2/3 di espositori stranieri, anche le presenze che vengono monitorate sono per gran parte straniere. Cremona grazie a una lunga tradizione ha cercato sempre di innovare la propria offerta. Il nostro augurio è quello di crescere, diventando sempre più originali».
Nonostante le diverse analisi condotte dall’Osservatorio che confermano nel 2018 un trend negativo nelle dinamiche di acquisto di strumenti musicali in Italia (-3,86% sui dati di sell-in dei produttori e distributori, -3,62% sul sell-out dei negozi e -11,85% sull’import di strumenti musicali in Italia), la stima del valore complessivo del mercato si attesta attorno ai 541 milioni di euro «e Cremona Musica si conferma ancora una volta come punto di riferimento per il rilancio del settore– ha commentato il Direttore di CremonaFiere Massimo De Bellis-. L’unico crocevia di interessi a livello internazionale in questo settore che trova terreno fertile nella città che ha dato i natali a Stradivari, che è riconosciuta in tutto il mondo per essere la “città del violino” e che convogli, nella sua unicità, interessi trasversali che solo qua riescono a soddisfare la richiesta di assoluta qualità e autenticità degli strumenti, che tutto il mondo ci invidia».
I principali risultati di questa edizione 2019 dell’Osservatorio DISMAMUSICA -CERSI, che è frutto di molteplici attività di ricerca sono stati misurati calcolando i seguenti parametri: la struttura del settore a fine 2018; l’andamento nell’anno delle vendite di strumenti musicali, edizioni e accessori in Italia; la performance delle principali imprese del settore (fino ai dati dei bilanci 2017); l’andamento nel 2018 del commercio estero di strumenti musicali, con particolare dettaglio dell’import/export del nostro Paese. «Fino a qualche decennio fa negli istituti scolastici italiani si faceva musica in un migliaio di scuole- ha spiegato il Presidente di Dimamusica Antonio Monzino-, oggi sono aumentate anche grazie all’importante contributo di associazioni come la nostra. Ma resta un grande divario rispetto a molti altri Paesi dove la musica viene insegnata a tutti gli studenti nei programmi scolastici riconoscendone il valore formativo. Ogni singola attività nel settore dello strumento musicale deve essere vissuta con la consapevolezza di trovarsi in un luogo culturale fervido e in crescita». Lo stesso documento riporta l’andamento del mercato e del commercio mondiale degli strumenti musicali che nel 2018 ha visto l’Italia posizionarsi al decimo posto come esportatore mondiale di strumenti musicali, con una quota del 2,40% (era 9° nella precedente edizione dell’Osservatorio). In realtà, il valore dell’export italiano è sempre cresciuto negli ultimi cinque anni (+30,84%, passando da circa 106 a 139 milioni di euro). La perdita di una posizione è quindi dovuta al fatto che l’export di altri Paesi è cresciuto più di quello italiano. Rispetto ai dati della precedente edizione dell’Osservatorio, l’Italia ha rafforzato le proprie quote nel commercio mondiale di pianoforti, di strumenti a corde e di strumenti a fiato. «Insomma, l’Italia può dire la propria soprattutto grazie all’impegno di iniziative come Cremona Musica- ha concluso De Bellis- che non trascura nessun dettaglio della catena produttiva a partire dall’importanza della divulgazione della cultura musicale nelle scuole, attraverso il coinvolgimento di molti giovanissimi, passando per l’analisi del mercato mondiale e proponendosi come crocevia di interessi e incrocio tra domanda e offerta. In definitiva, una conquista italiana meritata sul campo, a cui il resto del mondo fa fatica a stare dietro grazie ai caratteri speciali del nostro Paese tra i quali primeggiano l’artigianalità, la storia, l’innovazione e la sperimentazione continua».