Cremona, 23 novembre 2022 – Benessere animale, impatto ambientale, contenimento dei costi per l’energia, qualità delle produzioni, competitività economica: come riuscire a conciliare tutte queste richieste che la società rivolge agli allevatori e che quest’ultimi a loro volta trasmettono al mondo della ricerca e dell’assistenza tecnica?
La risposta deve essere articolata e precisa per ciascun aspetto, ma ha una comune parola chiave: innovazione.
Un tema che sarà la chiave di volta della 77esima edizione di Fiere Zootecniche Internazionali, la rassegna in scena a Cremona Fiere dal 1 al 3 dicembre prossimi, con il suo “carico” di oltre 650 animali iscritti, una qualificata vetrina espositiva e un programma convegni con più di 60 eventi.
“Innovazione nel 2022 – spiega Fabio Abeni, ricercatore Crea, membro del Comitato tecnico-scientifico della fiera e relatore di diversi convegni e incontri – significa digitalizzazione del flusso di dati e informazioni per poter mettere in pratica una zootecnia di precisione”. Il tutto anche grazie all’aiuto della sensoristica e della automazione oggi disponibile per la nostra stalla, che nei giorni di fiera sarà possibile vedere da vicino.
“Oggi – continua l’esperto – siamo in grado di intervenire con importanti innovazioni in diversi aspetti della gestione dell’alimentazione, dalla vitella alla bovina in lattazione, grazie all’impiego di tecnologie che consentono di acquisire molte informazioni e automatizzare molti passaggi”.
Dall’analisi in tempo reale degli alimenti impiegati (generalmente mediante tecnica NIR); fino all’automazione nella preparazione e distribuzione della miscelata unifeed in più momenti della giornata e dell’alimento liquido per le vitelle (consentendo anche la verifica di quanto e quando mangia ogni singola giovane bovina e favorendo uno svezzamento mirato per ciascuna).
“L’impatto di un maggiore controllo di questa fase e della sua ottimizzazione – spiega Abeni – è facilmente intuibile, quando si considera che l’alimentazione rappresenta la principale voce di costo nella produzione del latte bovino”. In aggiunta a questo, la corretta gestione dell’alimentazione è (insieme all’ambiente di stabulazione) alla base del benessere e della salute dei nostri animali.
Anche in merito al controllo dell’ambiente di stalla, oggi l’innovazione consente un preciso monitoraggio delle condizioni microclimatiche (soprattutto temperatura, umidità e gas indesiderati nell’aria), particolarmente critiche nel periodo estivo, per il miglioramento delle quali sono oggi diffusi sistemi di regolazione dell’aria sempre più efficienti.
La mungitura, oggi, grazie alla tecnologia che ad essa si associa, non è più solo una pratica che si sta automatizzando (migliorando anche la qualità di vita degli addetti e spesso favorendo il passaggio generazionale nelle aziende), ma diventa anche una importante fonte di informazioni sulla salute della mammella e della bovina in generale, oltre che sulla qualità del latte.
“I dati così generati – conclude Abeni – sono anche a supporto di una maggiore capacità di prevenzione di alcune dismetabolie e patologie; questo significa riduzione nell’uso di farmaci, maggiore durata della vita produttiva dei nostri capi (quindi minore impatto ambientale) e miglioramento dell’efficienza della nostra azienda”. Come la storia del progresso in agricoltura e zootecnia ci insegna, non esiste una soluzione per tutte le aziende; esistono soluzioni specifiche per ogni situazione, perché anche l’innovazione non è a costo zero per l’impresa agricola.
“Ricerca, assistenza tecnica e capacità imprenditoriale devono andare insieme a determinare come ogni innovazione possa trovare la sua massima utilità in allevamento. Per questo è fondamentale dare vita a momenti come la Fiera di Cremona, che da sempre costituisce un momento di aggiornamento, di confronto, ma anche di sintesi. Un vero think tank per la zootecnia”.